Investimenti cinesi negli USA, Beck: “6,1 miliardi nell’ultimo anno. Quanti in UE?”.

Secondo un recente rapporto della US National Association of Realtors, gli investitori immobiliari cinesi hanno speso circa 6,1 miliardi di dollari in immobili americani nel periodo marzo 2021-marzo 2022, di cui il 24% in Florida, per un totale di 98.600 proprietà, con un aumento dell’8,5% rispetto al 2020. 

“Quasi il 60% degli acquirenti cinesi – ha dichiarato l’eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia, Gunnar Beck – ha effettuato acquisti in contanti. Può la Commissione europea condividere i dati sugli investimenti cinesi nel settore immobiliare nell’UE? Quali misure sono state introdotte per impedire al Governo cinese, direttamente o tramite il Partito comunista cinese, o entità controllate, di acquisire una posizione dominante nel settore agricolo e nei mercati immobiliari residenziali e commerciali dell’UE?”.

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A nome dell’Esecutivo von der Leyen, Mairead McGuinness ha ricordato che “la Commissione non raccoglie i dati sugli investimenti immobiliari cinesi nell’UE e gli Stati membri non hanno l’obbligo di riferire i singoli investimenti stranieri. La Commissione – ha aggiunto l’irlandese – pubblica informazioni sulle tendenze degli investimenti UE-Cina su base trimestrale e non è a conoscenza della percentuale di acquirenti cinesi di beni immobili nell’UE che hanno effettuato acquisti in contanti”.

“La regolamentazione dei mercati immobiliari, compresi quelli agricoli, è di competenza degli Stati membri. competenza degli Stati membri e il diritto di acquisire, utilizzare o cedere terreni agricoli rientra nei principi di libera circolazione dei capitali di cui agli articoli 63 e seguenti del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Tuttavia, ai sensi dell’articolo 65 del TFUE, possono essere giustificate alcune restrizioni nell’interesse pubblico. Il regolamento (UE) 2019/4523 – conclude la McGuinness – istituisce criteri comuni dell’UE e un quadro di cooperazione con gli Stati membri per identificare i rischi connessi all’acquisizione o al controllo di attivi strategici che possono pregiudicare la sicurezza o l’ordine pubblico nell’UE”.

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