Investimenti a rischio nell’Isola, Lai e Meloni: “Nessun documento ufficiale da Governo e Regione”.
“È passato un mese dall’11 novembre, quando il Presidente della Giunta Regionale Solinas ha accettato di ritirare il ricorso al Consiglio di Stato in cambio non certo di un accordo firmato tra Regione e Governo a Palazzo Chigi, bensì di una riunione via Skype cui faceva seguito un semplice comunicato congiunto”. Lo hanno ricordato i parlamentari Dem Silvio Lai e Marco Meloni denunciando il fatto che, a distanza di un mese dal ritiro del ricorso da parte della Regione, non sono stati resi noti i termini dell’accordo sottoscritto, su quali impegni questo accordo si basi, né quali siano i vantaggi per la Sardegna.
“Il problema non è la lentezza nota di Solinas o la propaganda del Governo Meloni – affermano – ma che da questo accordo dipendono i destini di oltre un miliardo di investimenti annunciati e il futuro lavorativo di migliori di lavoratori, nel Sulcis come nel Nord Sardegna. E da questo dipende l’assetto energetico dell’isola e la possibilità di andare in tempi brevi oltre la decarbonizzazione e ponendo un limite all’assalto dell’eolico sull’Isola”.
Da qui la presentazione di una interrogazione al ministro Pichetto Fratin per chiedere di riferire “in aula nel più breve tempo possibile”.
“Non comprendiamo perché, se questo accordo è stato definito, il suo contenuto non sia stato inserito nel Decreto Energia approvato dal Governo che, finalmente, nei giorni scorsi ha avuto anche la bollinatura. A meno che la definizione sia solo sulla carta e subordinata ad altre verifiche; il che significherebbe che la Regione ha ritirato il ricorso senza alcuna garanzia”.
“Chiediamo al Governo di sapere in che tempi e con quale modalità sia prevista la formalizzazione degli impegni assunti dal Governo nei confronti della Regione Sardegna. Chiediamo in che tempi SNAM potrà procedere con la metanizzazione dell’Isola in base alle nuove indicazioni, se siano già state comunicate dal Governo e in che tempi potranno essere concluse le opere, e chiediamo quali siano conseguentemente i nuovi tempi per la trasformazione delle centrali a carbone (Fiumesanto di EpH e Sulcis di Enel) di cui si prevede ad oggi il phase-out entro dicembre 2028, considerato che gli stessi proprietari stanno convertendo altri siti con tempi di soli 24 mesi”.
Nell’interrogazione i due esponenti dem hanno poi chiesto un “supplemento” di chiarezza sul Tyrrenian Link e sulla durata delle batterie previste in caso di emergenza, ovvero quali siano gli studi scientifici indipendenti utilizzati per confermare lo scenario di Terna, che prevede un sistema energetico regionale basato solo sui tre cavi (Sapei, Sacoi in fase di potenziamento e Tyrrenian Link) che collegheranno la Sardegna al continente, sulla base dei quali si ritiene che non saranno necessarie centrali di produzione in Sardegna, fatta eccezione per le rinnovabili.
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