Invecchiamento: oltre una persona su 5 è over65 in Europa. In Italia spesa anziani al top.
Oltre il 20% della popolazione europea ad oggi ha più di 65 anni (circa 90 milioni di cittadini e cittadine). Un dato in aumento in tutti i Paesi E27 che, come facilmente comprensibile, comporterà una maggiore dipendenza nonché aumenti della spesa pubblica non sostenibili.
Migliorano, qunidi, le condizioni di vita e l’allungamento dell’aspettativa di vita ma, in parallelo, si conferma ogni giorno il costante calo delle nascite.
“All’inizio degli anni 2000 – spiegano da Fondazione Openpolis – la quota di persone con almeno 65 anni di età sul totale si aggirava intorno al 16%: appena 20 anni dopo, il valore risulta incrementato di 5 punti percentuali. Nonostante qualche differenza tra gli Stati europei, non c’è Paese che non registri questo fenomeno. In media, nel 2023, il 21,3% dei cittadini Ue è anziano“.
Questa quota varia ampiamente da Stato a Stato, con Italia e Portogallo al primo posto, entrambe con il 24% della popolazione anziana. Seguono Bulgaria, Finlandia e Grecia con quote superiori al 23%. Solo in 9 stati membri non si arriva al 20%: si tratta di Lussemburgo (unico sotto il 15%), Irlanda, Cipro, Slovacchia, Malta, Austria, Romania, Belgio e Polonia. L’Italia – aggiungono da Openpolis – è anche il Paese “con l’età mediana più elevata: 48,4 anni, mentre in Irlanda, Lussemburgo e Cipro siamo sotto i 40″. Di cosa sorprendersi d’altronde, data l’assenza di politiche giovanili di impatto – nonostante enti autoreferenziali dicano il contrario -, di politiche a sostegno dei giovani e delle giovani coppie, senza contare l’atavico limite al diritto alla casa, in un Paese, va ricordato, che anche sull’edilizia pubblica da diversi lustri ha ammainato le vele.
Che dire poi della sostenibilità dei conti? Tra pensioni e investimenti per le politiche sociali e sanitarie se ne va via oltre il 10% del Pil europeo. Anche qui non sorprende che il primo Paese in Europa per spesa per anziani in rapporto al Pil sia l’Italia, con un poco invidiabile 13,7%.
Seguono – si legge nella nota di Openpolis – Finlandia, Austria e Francia (sopra il 13%). Ultima invece l’Irlanda (3,1%).
Tre Paesi dell’Europa orientale (Romania, Bulgaria e Lituania), hanno invece visto l’aumento più pronunciato tra 2013 e 2022: in dieci anni, la spesa è più che raddoppiata. Solo in Grecia si è verificato un calo, benché lieve: -3,3%. Mentre l’Italia è, dopo la Svezia, lo stato membro che ha visto l’incremento più contenuto: +19,1% in un decennio. “Nel nostro paese questa voce di spesa ammonta a più di 266 miliardi di euro, pari al 24,4% della spesa totale. In Finlandia, la quota supera il 25%”, concludono da Openpolis.