Invalsi: l’estrazione sociale di provenienza resta determinante per i giovani.
L’educazione civica in Italia gode di buona salute, ma ancora se ne fa troppo poca, e l’estrazione sociale della famiglia di provenienza resta determinante per sviluppare una sensibilità civica nei giovani alunni. Sono questi i principali risultati della ricerca Invalsi sui risultati italiani dell’International Civic and Citizenship Education Study (ICCS).
Gli studenti, secondo il report, registrano punteggi superiori rispetto alla media internazionale, segno del fatto che il sistema educativo italiano tiene, anche se con differenze territoriali. Se i risultati del Centro del Sud non si discostano significativamente dalla media nazionale, nelle macroaree del Nord Est e del Nord Ovest i punteggi medi sono superiori alla media nazionale e nel Sud Isole significativamente inferiori. A livello internazionale, le studentesse hanno dimostrato una conoscenza civica superiore a quella degli studenti maschi.
Lo status socioeconomico della famiglia di provenienza si conferma legato ai risultati degli alunni: hanno registrano punteggi più elevati gli studenti che hanno dichiarato di avere molti libri in casa. Gli studenti con livelli più elevati di conoscenza e comprensione civica tendono a essere più favorevoli alla parità di genere e sostenere maggiormente la parità di diritti per gli immigrati e per tutti i gruppi etnici. Gli studenti che hanno livelli più elevati di conoscenza e comprensione civica sono anche più aperti alla diversità, più favorevoli alla protezione dell’ambiente, più propensi a votare alle elezioni.
A livello internazionale, il 73% degli studenti è d’accordo sul fatto che l’immigrazione porti benefici culturali, sociali ed economici al proprio Paese. Una percentuale che sale all’80% in Italia. Ma è l’ambiente la tematica che preoccupa maggiormente gli adolescenti: in tutti i Paesi le preoccupazioni per il cambiamento climatico come minaccia globale sono aumentate rispetto al 2016. Cresce, tra i 13enni, la paura per l’inquinamento, percepito come una minaccia per il 78% degli studenti a livello internazionale (in Italia si sale all’86%).
Più di un terzo degli studenti ha affermato di parlare di questioni politiche o sociali con i genitori: in Italia sono il 47%, in aumento rispetto al 2016 (34%). Circa tre quarti degli studenti prevedono che parteciperanno ‘probabilmente o sicuramente alle elezioni nazionali o locali. Uno studente su tre, a livello internazionale, ha dichiarato di essere abbastanza o molto interessato alle questioni politiche e sociali (in Italia il 39%). Molti studenti, però, hanno espresso opinioni critiche sul funzionamento del sistema democratico, e poco più della metà degli studenti concorda sul fatto che i loro rappresentanti eletti rappresentino bene gli interessi delle persone nel loro Paese. I giovani italiani sono meno soddisfatti del proprio sistema politico e più critici nei suoi confronti rispetto alla media internazionale: solo per il 36% degli studenti italiani ‘i parlamentari rappresentano bene gli interessi dei giovani’.
Per informarsi, infine, gli adolescenti del nostro Paese preferiscono ancora la Tv, anche se in calo (68% rispetto a una media internazionale del 49%); seguita dal confronto con i propri genitori (47%), internet (43%) e i giornali (28%).