Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà: “Il primo capitale è la persona”.
Occorre una svolta culturale che coinvolga mondo produttivo, istruzione universitaria e professionale. Una chimera, guardando alla spendita delle risorse in Italia per i percorsi educativi, e alla mai pervenuta azione di monitoraggio sull’impatto delle tante “scemenze” ideate (in collaborazione con inossidabili organizzazioni lobbistiche locali) e finanziate dalle varie Agenzie per le Politiche attive del lavoro nel Paese.
Luoghi lontani, spesso, dalle logiche della politica industriale e dalla valorizzazione sostanziale delle risorse umane.
Temi dai quali bisognerebbe ripartire secondo l’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà: “Per rimettere la persona al centro dell’impresa occorre innanzitutto tutelare la qualità della formazione e il nesso tra mondo dell’istruzione e mondo del lavoro, di cui due punti focali (anche se non gli unici) sono il rapporto tra università e impresa e la valorizzazione dell’istruzione tecnica e professionale. L’università – si legge nella nota dell’Intergruppo – deve avere come missione anche quella di essere in contatto stretto e continuativo con il mondo del lavoro perché solo così è possibile non solo una formazione seriamente orientata ai bisogni di questo mercato, ma anche l’ampliamento delle opportunità di upskilling e reskilling che rappresentano oggi una necessità non solo economica, ma anche sociale”.
Esiste, infatti, un nesso tra l’aumento del Pil e l’aumento della qualità dell’istruzione, come dimostrano i principali Paesi in crescita a livello globale, che sono quelli che hanno investito di più in questo ambito riuscendo a costruire un sistema di istruzione (e di conseguenza dell’indotto) di alto livello.
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