Intelligenza artificiale. l’85% degli under35 usa GenAI.
In Italia, i giovani under35 utilizzano sempre di più le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Solo il 15%, secondo il report Trust in the era of Generative AI, non utilizza alcun tool di GenAI.
Il 72% degli intervistati dalla Deloite ritiene che possa migliorare prodotti e servizi aziendali, il 68% vede un miglioramento nelle esperienze lavorative e il 62% crede che possa avere un impatto positivo sulla società. Tra coloro che hanno utilizzato una soluzione di GenAI, quasi la metà (47%) lo ha fatto esclusivamente per attività personali mentre uno su cinque lo ha fatto solo per attività lavorative.
Chi ha utilizzato soluzioni di GenAI è più ottimista riguardo al suo impatto rispetto a chi non l’ha mai usata. Il 68% crede che migliori l’esperienza lavorativa (rispetto al 52% dei non-utilizzatori), e il 62% vede benefici per la società (contro il 46%). Gli utilizzatori ritengono anche che la GenAI produca risultati affidabili (65%) e precisi (61%), rispetto ai non-utilizzatori (46% e 45%). Nel nostro Paese, inoltre, tra gli utilizzatori si rileva una significativa apertura rispetto alla media europea, per quanto riguarda la fiducia sia nelle capacità del Governo di regolare la GenAI (60% contro il 50% della media europea) sia nell’uso responsabile da parte delle imprese (62% contro 51%).
Per aumentare la fiducia nella GenAI, sia gli utilizzatori che i non-utilizzatori considerano cruciale proteggere dati personali (rispettivamente 66% e 67%), mantenere un controllo umano sui risultati (64% per entrambi), avere uno storico di risultati affidabili (61% vs. 62%) e comprendere come la GenAI arrivi alle sue conclusioni (56%).
Solo il 52% si fiderebbe infine di enti governativi che usano la GenAI, mentre le tre preoccupazioni principali sono l’uso e la diffusione dei “deepfake” (66% in generale, 71% tra i non-utilizzatori, 63% tra gli utilizzatori), la diffusione della disinformazione (63%, con 69% tra i non-utilizzatori e 61% tra gli utilizzatori) e l’uso illegale e la manipolazione dei dati personali (62%, con 68% tra i non-utilizzatori e 59% tra gli utilizzatori).
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