Intelligenza Artificiale: italiani ottimisti ma impreparati.

L’Intelligenza Artificiale è ampiamente diffusa in diversi ambiti. Ma quali reazioni suscita negli italiani? Il 37% ha un’impressione positiva, un altro 37% mantiene una visione neutra, mentre il 21% esprime paura e diffidenza. È quanto emerge dal Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics) sull’Intelligenza Artificiale in Italia , presentato al Senato . L’indagine, realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli e Assocomunicatori , ha evidenziato da parte delle persone intervistate ottimismo, preoccupazione e necessità di regolamentazione. Il panorama informativo e le nuove normative giocano un ruolo cruciale, con un’attenzione particolare alla sicurezza e ai diritti individuali.            

Il 35% degli italiani associa l’Intelligenza Artificiale all’area tecnologica , mentre il 26% considera l’IA il futuro e il 15% riconosce nel suo impiego vantaggi concreti come supporto alle attività umane. tuttavia, il 14% esprime emozioni negative e l’ 8% riesce a concretizzare le proprie paure .                

Il 66% degli individui si dichiara molto o abbastanza ottimista sugli sviluppi futuri dell’Intelligenza Artificiale, mentre il 63% è fiducioso nei confronti dei sistemi di IA.      

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Riguardo al proprio livello di conoscenza e competenza in tema di IA, un italiano su due dichiara di saperne di più , solo il 6% di saperne di più. Uno su due ammette di saperne poco , il 6% di non saperne nulla. I giovani ne sanno decisamente più degli adulti ( il 62% chi dichiara di avere conoscenze in materia tra i 18-34enni, rispetto al 36% degli over 54). Per loro stessa ammissione, comunque, si tratta ancora di una conoscenza costruita in modo autodidatta .          

Come si evince dal Rapporto, il 69% utilizza qualche tipo di tecnologia o applicativo che si basa sull’IA. La diffusione è quasi totale presso i giovani ( 83% ), minore presso la maggioranza degli adulti (57% tra gli over 54enni). Nel dettaglio delle tipologie, si tratta soprattutto di assistenti virtuali (53%) e di app di IA Generativa , citate da circa il 30% delle persone.       

Il 31% degli individui ha poi dichiarato di non avere ancora utilizzato tecnologie basate sull’IA. Sono soprattutto gli over 54enni a essere oggi più distanti (il 43%).  

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L’Intelligenza Artificiale Generativa divide a metà la popolazione. Secondo il Rapporto Ital Communications-IISFA, il 51% degli individui riconosce questa tipologia di IA , con i giovani che dichiarano maggiore dimestichezza (63%). Una persona su due dichiara di avere fiducia nei confronti di questa tecnologia. I giovani, a fronte della maggiore conoscenza dell’argomento, si dichiarano più fiduciosi (69% tra i 18 ei 34 anni), gli adulti un po’ più prudenti (45% i fiduciosi).   

Le fake news sono al centro della comunicazione: l’86% sostiene di fare un controllo prima di prendere le notizie per buone, ma si aspetta (l’86%) che la propria iniziativa sia corroborata in modo strutturato da un Ente preposto e da iniziative formative (85%) all’uso dell’IA.  

Il Parlamento europeo ha approvato la normativa AI Act , pubblicata il 12 luglio 2024. Non tutti gli italiani conoscono questo aspetto normativo, anche se quasi una persona su due dichiara di aver sentito la notizia. Il 78% , però, la considera un’iniziativa importante, se non assolutamente necessaria (29%), nell’auspicio di avere una garanzia in più nella protezione delle libertà individuali e dei diritti delle persone.  

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“Gli italiani hanno trasmesso, in questo Rapporto, un equilibrio e una conoscenza dell’Intelligenza Artificiale oltre le aspettative. Ottimismo, fiducia e percezione dei rischi sono ben nella popolazione, con un focus sul mondo del lavoro, sanità e servizi bancari. La maggioranza degli italiani – spiega Gerardo Costabile , Presidente IISFA – ci chiede maggiore formazione e conoscenza, oltre che un impegno a ridurre alcuni rischi che sono chiaramente percepiti, quali ad esempio quelli sul mondo del lavoro e sulle fake news/deepfake sempre più sofisticati. Le persone si fidano molto di più dell’Europa e dell’Italia su questi argomenti, nonostante la consapevolezza sulla minore padronanza tecnologica. Coerentemente con l’auspicio di questa parte degli italiani, mi auguro che l’Europa e l’Italia incentivino sempre di più lo sviluppo di tecnologie locali, con logiche che mettono sempre al centro l’uomo e l’etica ”.