Intelligenza artificiale e multilinguismo in Ue, PfE: “Servono azioni d’impatto”.

In una Unione europea, il cui impianto istituzionale continua ad essere poco attento al multilinguismo (con la predominanza di inglese e francese negli atti pubblici), l’intelligenza artificiale potrebbe dare il proprio contributo per sostenere il diritto di accesso dei cittadini e delle cittadine dell’Ue appartenenti alla grande famiglia (e diversificata) famiglia linguista europea.

A ribadire questo fondamentale concetto, insopprimibile in termini di coesione europea, è stata l’eurodeputato Catherine Griset del gruppo dei Patrioti per l’Europa, critica verso le politiche linguistiche a sostegno del multilinguismo in Ue.

“I recenti sviluppi nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA) potrebbero, attraverso la traduzione automatica, far rivivere il multilinguismo senza la necessità di finanziamenti aggiuntivi”, spiega Griset nella sua interrogazione parlamentare.

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Qualcosa, però, sembra muoversi dalle parti della Commissione Ue, ricorda il commissario Jhoannes Hahn: “Dal 2017, il sistema di traduzione automatica della Commissione, ha ampliato la copertura linguistica per i contenuti della Commissione e, a partire dal 2021, il servizio eTranslation è stato integrato nei siti web della Commissione (oltre 160 siti e 11 milioni di visualizzazioni di pagina nel 2024) e nella Citizens’ Engagement Platform, dove i cittadini possono esprimere la propria opinione nei dibattiti in corso sulle politiche dell’UE. Per quanto riguarda la lingua parlata – prosegue l’esponente dell’Esecutivo von der Leyen – la Commissione offre un servizio Speech-to-Text che trascrive registrazioni video e audio”.

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