Influenze dei funzionari Ue sulla Commissione europea.

In una lettera resa pubblica, 800 funzionari dell’UE hanno criticato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per essere indifferente al massacro di civili in corso nella Striscia di Gaza. Un atto, secondo l’eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia, Jordan Bardella, che costituisce una sfida senza precedenti al dovere di discrezione che incombe sui funzionari non eletti che, ricorda l’esponente di ID, “non dovrebbero cercare di influenzare la politica delle istituzioni dell’UE”.

Presa di posizione, secondo un articolo pubblicato sul quotidiano Libération, che farebbe sottendere un legame tra la protesta dei funzionari Ue e l’apertura delle istituzioni europee alle proposte dell’Islam radicale.

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“Negli ultimi anni, le posizioni politiche dichiarate da alcuni funzionari europei hanno sostenuto la decisione di concedere sovvenzioni ad associazioni vicine ai Fratelli Musulmani, o influenzato il lancio di campagne di comunicazione europee a favore del velo islamico”.

Questione sulla quale è intervenuto il Commissario Johannes Hahn, rimarcando che le norme Ue garantiscono il diritto alla libertà di espressione del personale delle istituzioni europee e, inoltre, che la stessa Corte di Giustizia europea ha ulteriormente chiarito che i funzionari e gli agenti pubblici dell’UE hanno il diritto di “esprimere, oralmente o per iscritto, opinioni dissenzienti con quelle dell’ente datore di lavoro”, in questo caso la Commissione Ue.

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Un diritto, evidenzia Hahn, che non è assoluto poiché il personale della Commissione deve rispettare i propri obblighi previsti dallo statuto, a partire dal rispetto del principio di lealtà e imparzialità, astenersi da qualsiasi azione o comportamento che possa ledere la dignità della loro posizione e, infine, rispettare il principio di riservatezza”.

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