Infezioni sessualmente trasmesse, ISS: “Trend stabile dal 2019”.

Nel 2021 le Infezioni sessualmente trasmesse (Ist) sono risultate in aumento rispetto al 2020, anno in cui i dati hanno però risentito dell’emergenza Covid-19, mentre rispetto al 2019 si registra un numero stabile delle persone con una IST confermata. Sono alcuni dei risultati del rapporto annuale sulle Ist appena pubblicato dal Centro Operativo Aids (COA) dell’Iss, relativo ai due sistemi di sorveglianza sentinella delle Ist attivi in Italia, uno basato su centri clinici e l’altro su laboratori di microbiologia clinica.

Rispetto al 2019 la riduzione maggiore di casi (-14,5%) si è osservata in donne eterosessuali, mentre per gli uomini eterosessuali il numero di casi è sostanzialmente stabile. Negli stessi anni, tra i maschi che fanno sesso con maschi (Msm) si rileva un aumento dell’88%.

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La clamidia, la gonorrea e la sifilide primaria e secondaria hanno mostrato gli aumenti maggiori nel 2021 rispetto al 2020, in modo particolare tra gli Msm. I giovani tra i 15 e i 24 anni mostrano una prevalenza di infezione da Chlamydia trachomatis tripla rispetto ai soggetti di età superiore.

Di rilievo, la riduzione del numero di casi di condilomi ano-genitali (-31%) che si è osservata dopo il 2016 è molto probabilmente attribuibile all’efficacia delle campagne vaccinali anti-HPV in femmine e maschi. Il numero di persone che hanno effettuato un test per clamidia è diminuito del 32% nel 2021 rispetto al 2020

Nel 2021, la prevalenza HIV nelle persone con diagnosi di Ist è rimasta simile a quella del 2020 e pari al 14,7%. La prevalenza di infezione da HIV tra le persone con una IST confermata nel 2021 è circa settanta volte più alta di quella stimata nella popolazione adulta italiana.

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“Questi risultati – spiegano gli autori del rapporto -, sottolineano la necessità di pianificare una strategia nazionale per il controllo delle Ist che favorisca la diagnosi e il trattamento precoce, nonché la promozione del test HIV a tutte le persone con una Ist e una collaborazione attiva tra strutture ospedaliere e territorio, in modo da favorire l’assistenza attraverso un Percorso Integrato di Cura (PIC) della persona a rischio di o con Ist. Inoltre, sarebbe opportuno implementare l’informazione e la prevenzione mirate alle Ist e rivolte sia alla popolazione generale che alle popolazioni chiave (ad esempio, giovani, donne, stranieri, Msm), al fine di educare alla salute sessuale e promuovere dei corsi di formazione sulle Ist per il personale sanitario coinvolto”.

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