Infermieri, Nursing Up: “In Italia ne mancano 250mila”.

In Italia mancano all’appello da 170 a 250mila infermieri. Una voragine senza precedenti che emerge dai lavori del Congresso Nazionale Quadri Dirigenti del sindacato Nursing Up.

“Stipendi da favola, ferie aggiuntive, premi di servizio, palestre, cinema e servizi per la famiglia: sono solo alcune delle leve che trascineranno sempre più gli infermieri a lasciare l’Italia e a trasferirsi verso Arabia Saudita, Inghilterra, Irlanda, Francia e Olanda”, si legge nella nota di Nursing Up.

Gli attuali riscontri dello studio presentato alla platea, sono in sintonia con il recente 18esimo Rapporto Crea Sanità, ma anche con i dati Eurostat 2020, che indicano un gap di ben 337 infermieri ogni 100mila abitanti rispetto agli standard europei (in Italia ce ne sono 626 rispetto ai 963 dei paesi Ue). 

Le stime dello studio,  aggiornate ai dati dell’anno 2022 ultimi disponibili, che tengono conto anche di pensionamenti, PNRR, esigenze infermieri di famiglia, ed assunzioni intercorse in periodo Covid,  mettono in evidenza che nel nostro Paese si parte da una carenza strutturale non inferiore ai 175.600 infermieri, se il confronto è con la media dei Paesi Europei, per arrivare a non meno di 227,200, se il confronto si limita solo ai paesi dell’Unione Europea. 

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“La politica – ha dichiarato Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up – non può continuare a minimizzare le gravi carenze del nostro SSN che si abbattono come colpi di mannaia sul futuro dei professionisti della sanità e sulla tutela della salute della collettività. Inutile girarci intorno, inutile perderci in chiacchiere improduttive. Solo un congruo e legittimo aumento di stipendio per infermieri, ostetriche e per gli altri professionisti dell’area non medica può arginare l’emorragia di infermieri in atto, tra fughe delle nostre migliori eccellenze all’estero e dimissioni volontarie”.

A preoccupare anche il calo degli iscritti al corso di laurea in Infermieristica che ormai ha raggiunto il 10,5%, passando dalle 25.539 domande dello scorso anno alle attuali 22.870 su 19.860 posti disponibili complessivi. 

Rispetto alla media annuale sugli ultimi 11 anni, i Laureati in infermieristica sono 11.436 sui 15.464 posti messi a bando, pari al 74%. 

Con i pensionamenti e i concorsi che finiscono praticamente deserti, fanno sapere da Nursing Up, a causa di offerte ritenute troppo spesso poco edificanti, l’Italia rischia concretamente di perdere addirittura il 30% di infermieri nei prossimi tre anni. 

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Una vera caccia all’infermiere/a italiano/a si sta consumando in giro per il mondo, come ricordato da Nuno Pinto, chief executive officer di Vitae Professionale. Oltre a Paesi come Svizzera, Germania, Inghilterra e Belgio, la nuova isola felice per gli infermieri italiani potrebbe davvero diventare l’Arabia Saudita: “In Arabia si può arrivare a 4500 euro netti al mese addirittura esentasse, con alloggio e bollette gratuiti, un viaggio all’anno pagato in Italia, esclusi benefit extra”.

Poco comprensibile, lo ha ribadito senza mezzi termini la mozione conclusiva del Congresso, è la scelta di tappare la falla stringendo accordi per l’arrivo di infermieri stranieri in Italia. In particolare, ricordano dal sindacato, “pare cosa fatta la partnership con l’India da parte del Ministero della Salute”.

Le prospettive non appaiono certo rosee. Numeri alla mano, “i famosi 4 miliardi” richiesti dal ministro della Salute Schillaci, per rilanciare la sanità italiana, e che abbiamo invocato a gran voce possano prendere finalmente, si spera, prima di tutto la strada, ahimè fin qui poco battuta, dei professionisti sanitari non medici, non solo potrebbero non bastare, ma potrebbero essere addirittura tristemente inferiori alle attese. 

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I contenuti della Nadef pare evidenzino, secondo l’analisi di Nursing Up, dal prossimo anno, una riduzione della spesa sanitaria, in rapporto al Pil: dall’anno prossimo la spesa in rapporto al Pil scenderà al 6,2%, un vero e proprio crollo se rapportato al 7,4% del 2020 e al 7,1% del 2021. In parole povere potrebbe essere prevista una diminuzione di ben due miliardi, da 134,7 miliardi nel 2023 (6,6%) a 132,9 nel 2024 (6,2%). 

“Come si traduce tutto questo e che impatto avrà sul Sistema sanitario nazionale se non con ulteriore colpo di mannaia per i professionisti della salute e naturalmente per la già precaria stabilità del Ssn?”, ha dichiarato De Palma.

Il Congresso Nazionale del Nursing Up ha poi chiesto l’aumento dell’indennità di specificità infermieristica ottenuta con l’ultimo contratto, ferma a 70 euro, e il legittimo allargamento di quest’ultima anche alle ostetriche. Inoltre, riguardo al delicato capitolo della Flat Tax, respingendo al mittente la sola detassazione degli straordinari, si chiede anche quella dello stipendio ordinario, in attesa di comprendere il reale contenuto delle cifre messe a disposizione per la sanità italiana da parte di questo Governo.