Industria europea della difesa: la Corte chiede bilanciamento obiettivi.

In un recente parere, la Corte dei conti europea ha invocato un’impostazione più solida per il programma per l’industria europea della difesa (EDIP) e un migliore bilanciamento tra gli obiettivi dell’intervento, la dotazione finanziaria proposta e la tempistica. Gli auditor segnalano che la spesa ipotizzata di 1,5 miliardi di euro in due anni di attuazione rischia di non essere commisurata agli ambiziosi obiettivi di rafforzare la prontezza industriale nel settore della difesa dell’UE e contribuire alla base industriale per la difesa dell’Ucraina.

A fronte del ritorno della guerra ad alta intensità nel continente europeo, il tema della difesa è venuto alla ribalta nell’agenda dell’UE. Con la proposta EDIP si intende compiere un primo passo nell’attuazione della strategia industriale europea per la difesa. Lo scopo è rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB), per assicurare soprattutto la disponibilità e l’approvvigionamento tempestivi di prodotti per la difesa, contribuendo al contempo alla ripresa, alla ricostruzione e alla modernizzazione della capacità di difesa dell’Ucraina.

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“La proposta legislativa dell’UE finalizzata ad accrescere la prontezza industriale nel settore della difesa ha bisogno di un’impostazione più solida. Occorre anche trovare il giusto equilibrio fra obiettivi dell’intervento, dotazione finanziaria proposta e tempistica”, afferma Marek Opioła, membro della Corte responsabile del parere.

Gli auditor segnalano che la proposta dotazione finanziaria complessiva di 1,5 miliardi di euro rischia di non essere commisurata alla ambizioni del programma. Rilevano che la Commissione non ha valutato quanto sostegno di bilancio dell’UE sia necessario per realizzare gli strumenti di intervento prospettati. Avvertono, inoltre, che le risorse dell’UE potrebbero disperdersi in una vasta rosa di progetti potenzialmente privi di un impatto tangibile a livello di Unione. Per questo motivo sarà fondamentale definire traguardi e obiettivi che riflettano quanto si possa realisticamente prevedere di conseguire entro la fine del 2027. Quel che più conta è che potrebbero essere necessarie disposizioni attuative complementari per fornire una solida base all’attuazione dell’EDIP e assegnare i fondi in modo mirato. Infine, per sfruttare appieno il sostegno di bilancio dell’UE, la Commissione dovrebbe considerare di integrare l’attuale strategia industriale per la difesa con una strategia di finanziamento a lungo termine per l’EDTIB nell’ambito della prossima programmazione finanziaria pluriennale dell’UE.

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Gli auditor invitano a chiarire e rafforzare i meccanismi di rendicontabilità del programma, anche in relazione ai diritti di audit della Corte, che vanno difesi. È questo un aspetto importante data la complessità dei meccanismi di governance in materia di difesa, specie laddove i programmi non sono gestiti direttamente dalla Commissione o per le parti la cui esecuzione è affidata alle autorità ucraine.

Non vi è una dotazione finanziaria complessiva prestabilita per lo strumento di sostegno per l’Ucraina, che fa parte della proposta. Gli Stati membri hanno convenuto di utilizzare, per sostenere l’Ucraina, i proventi ottenuti investendo i beni russi congelati; una parte delle entrate che ne conseguono potrebbe essere convogliata, in futuro, nello strumento di sostegno per l’Ucraina. Questo scenario, tuttavia, non è privo di rischi, data l’imprevedibilità dell’ammontare e della durata dei finanziamenti provenienti da tale fonte.

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La proposta conferisce inoltre nuove competenze e diritti alla Commissione per assicurare la sicurezza dell’approvvigionamento dei prodotti per la difesa. La Corte sottolinea che, da ultimo, l’efficace funzionamento di tale meccanismo dipenderà dalla volontà degli Stati membri di cooperare.