Indennità autonomi: Cosa sta accadendo ai sistemi informatici dell’INPS?

Dopo essere andato in tilt lo scorso mese di aprile, il sito dell’INPS continua a riservare sgradevoli sorprese ai tanti autonomi d’Italia, in attesa non soltanto dell’indennità Covid-19 di aprile ma anche di quella del mese di marzo.

Ieri, molti autonomi nel nostro Paese hanno visto respinte le domande per l’indennità Covid-19 poichè, come riportato dall’INPS, non risulterebbero iscritti alla gestione separata, nonostante gli anni di contribuzione delle Partite IVA interessate.

Altro aspetto ‘appassionante’, per non dire beffardo, la contemporanea richiesta, pubblicata nelle pagine del sistema dell’INPS, di inviare entro 20 giorni via pec eventuali integrazioni ai rispettivi uffici territoriali attraverso l’opzione rinominata “Produci Documentazione”. Un vero è proprio ‘bottone fantasma’, irreperibile nella pagina dedicata.

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Un infelice disguido informatico o una mossa pensata per mettere in difficoltà i contribuenti aventi diritto all’indennità? Dubbi categorici a parte, il processo di erogazione delle indennità per gli autonomi in Italia, sta assumendo, giorno dopo giorno, i contorni della farsa.

Oggi, la situazione sembrerebbe essersi risolta con la scomparsa del messaggio di respingimento del bonus indennità ma, nel contempo, molti autonomi hanno lamentato il ripristino delle domande allo stato precedente, ovvero l’ormai tristemente noto “In attesa di esito”.

Una procedura sempre più in salita che, sommandola ai ritardi riscontrati anche per la cassa integrazione (specialmente quella in deroga) richiederebbe un tempestivo intervento del Governo Conte per censurare la condotta dell’istituto previdenziale.

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