Indagine sull’origine del Covid, Bilde: “Autorità cinesi hanno negato accesso all’OMS”.

A che punto sono le indagini delle organizzazioni sanitarie mondiali sull’origine del Covid? Alla luce del quadro opaco ricordato in una recente interrogazione parlamentare dall’eurodeputata di ID, Dominique Bilde, la conclusione sembra essere decisamente lontana.

“Lo scorso 16 luglio 2021 il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – evidenzia Bilde – ha proposto una seconda fase di studi sulle origini del COVID-19 in Cina che includerebbe audit di laboratori e mercati nella provincia cinese di Wuhan. Successivamente, il 22 luglio, la Cina avrebbe respinto il piano per le indagini. Secondo quanto riferito, le autorità cinesi hanno anche negato agli scienziati dell’OMS l’accesso alle grotte di pipistrelli e alle aree di allevamento di animali selvatici in una regione a sei ore a ovest di Wuhan”.

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Essendo l’UE uno dei principali contributori dell’OMS – per un totale di 105 milioni di dollari nel periodo 2012-2013 e 466 milioni nel 2020-2021, l’eurodeputata ha chiesto alla Commissione europea di riferire sulle azioni previste per l’avvio di una indagine imparziale sulle origini del Covid-19.

Sullo stato delle indagini e dei rapporti con la Cina la commissaria Stella Kyriakides ha rimarcato l’accoglimento della prima relazione preliminare dell’OMS dello scorso 9 giugno 2021: “Il rapporto – spiega l’esponente della Commissione con der Leyen – suggerisce una probabile origine zoonotica del virus Covid-19 nei pipistrelli e che il mercato ittico di Huanan a Wuhan hanno svolto un ruolo importante nell’amplificazione della pandemia. La Commissione – prosegue – sostiene pienamente la raccomandazione del gruppo consultivo scientifico sulle origini dei nuovi agenti patogeni recentemente istituito dall’OMS, per portare avanti le indagini. La Commissione ha invitato l’OMS a proseguire ulteriormente impegno con la comunità scientifica attraverso un dibattito scientifico aperto. L’identificazione della fonte del virus SARS-CoV-2 – conclude Kyriakides – richiede piena e trasparente cooperazione di tutti gli Stati membri dell’OMS e uno sforzo collaborativo degli scienziati delle vari discipline”.

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