Incontro pubblico: quando disabilità fa rima con creatività.

Si è svolto ieri a Cagliari, nella sala cinema dell’Hostel Marina di Cagliari, l’incontro pubblico “Disabilità, fa rima con creatività” realizzato dall’associazione ABiCi, nell’ambito del progetto locale “Il Mago di ‘OZieri”: inclusione giovanile attraverso il teatro.”

L’evento ha voluto delineare lo stato dell’arte nell’ambito della promozione dell’inclusione sociale attraverso gli strumenti dell’arte e della creatività, in un connubio che mette insieme cultura, crescita del tessuto sociale e attenzione alle disabilità. Quest’ultimo aspetto, in particolar modo, è stato enfatizzato nel corso dei lavori della giornata a cui hanno presto parte operatori culturali, rappresentanti di associazioni e istituzioni, artisti e semplici curiosi.

Fra questi Luca Frongia, portavoce del Comitato Associazioni Sarde per la mobilità internazionale; Dijana Puskar, progettista e consulente per i temi della disabilità della municipalità serba di Vrnjačka Banja; Angelica Perra, presidente dell’associazione TDM 2000 International; Carlo Erriu, presidente dell’Ente Concerti d’Iglesias; Gabriele Frongia, nella doppia veste di moderatore dell’incontro e presidente dell’associazione ABiCi.

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Numerose le testimonianze e le buone pratiche illustrate dai relatori a un pubblico attento e partecipe. Non poteva naturalmente il racconto del percorso all’insegna della creatività e dell’inclusione de “Il Mago d’Ozieri”. Chiamati al tavolo della presidenza dal coach e formatore Michele Demontis, i giovani componenti della compagnia teatrale hanno raccontato la loro esperienza. Un’esperienza che, declinata nelle differenti mansioni e funzioni insite nella preparazione di uno spettacolo, offre loro l’opportunità di imparare a lavorare e collaborare in un contesto di gruppo, superando ostacoli e difficoltà dati da condizioni personali sovente complicate e non fortunate.

<<La creatività dev’essere intesa non solo quale strumento per la creazione di contenuti artistici ma anche per la realizzazione di percorsi educativi che integrino o amplino quelli attualmente esistenti>> ha affermato Gabriele Frongia nel suo intervento. << Sarebbe bello che un giorno arrivassimo ad avere un festival che, provocatoriamente potremmo chiamare “arte disabile”>>, ha aggiunto Dijana Puskar; << Non già per pietismo ma per evidenziare come lo strumento della creatività, in quanto intrinseco alla nostra condizione umana, può creare un piano di incontro paritario tra disabili e cosiddetti “normodotati”. >>

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