Incidenti di caccia: in crescita le vittime umane.

Ieri sera, nel massiccio dei Sette Fratelli, macchia mediterranea di Mela Murgia, fra i territori comunali di Quartu S. Elena e Quartucciu (CA), due giovani cacciatori di 28 anni, Giacomo Desogus e Matthias Steri, fanno una battuta e non rientrano alle loro case. Dopo rapide ricerche vengono ritrovati dai Carabinieri. Uno dei giovani, secondo le ricostruzioni dei Carabinieri, avrebbe sparato accidentalmente alla nuca del secondo e, successivamente, si sarebbe tolto la vita.

Un caso come tanti altri avvenuti nel territorio italiano, l’ultimo nel comune di Santa Marina, in provincia di Salerno, che, nonostante il silenzio delle istituzioni, dovrebbe riaccendere il dibattito sulla caccia.

In tre mesi, secondo i dati raccolti dall’Associazione Vittime della Caccia, al 21 novembre 2024 c’erano già trentotto fra morti e feriti, cacciatori e non cacciatori.

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“Nel totale silenzio di istituzioni e classe politica – dichiarano oggi dal GRiG – non esistono nemmeno statistiche ufficiali”.

Secondo i dati raccolti dall’Associazione Vittime della Cacci a (A.V.C.), nel corso della stagione venatoria 2023-2024 vi sono stati 12 morti e 56 feriti, con il più alto numero di vittime registratosi in Toscana (10), Calabria (6), Sardegna, Campania e Veneto (4).

“Le associazioni venatorie – prosegue la nota del Gruppo d’Intervento Giuridico – se ne fregano altamente del problema, derubricato sistematicamente a ineluttabili incidenti. Governo e Parlamento dovrebbero riflettere seriamente su questi tragici dati, tuttavia non si vede all’orizzonte alcuna iniziativa di alcun genere, ma soltanto le consuete ottuse iniziative legislative per l’ampliamento della caccia”.

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