Incentivi alla formazione e per giovani nelle aree rurali, Abodi: “Serve approccio integrato”.

Per “affrontare le sfide demografiche, economiche e sociali” che impattano sullo sviluppo delle attività rurali, “serve un approccio integrato che valorizzi le capacità offrendo opportunità concrete e migliori di condizioni di vita”. A dirlo, a margine del meeting del Consiglio dell’Ue, è stato il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi.

Esponente di Governo, però, che non ha mancato di “promuovere” i soliti interventi messi in campo per i giovani italiani: “Sono state ideate e implementate da parte del governo italiano numerose politiche di supporto, a partire dal sostegno all’imprenditorialità giovanile attraverso incentivi economici, agevolazioni fiscali, finanziamenti e sovvenzioni, accesso al microcredito e spazi di co-working per stimolare e aiutare i giovani a intraprendere nuove attività imprenditoriali a livello locale supportando in particolare modo le opportunità di lavoro a contatto con la natura”. Peccato, però, rilevare che resta pur sempre il problema dei giovani senza risorse proprie.

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Abodi che ha poi rimarcato l’importanza del Servizio Civile Agricolo per sostenere l’inclusione dei giovani nelle aree rurali: “Mira a offrire ai giovani un’opportunità di crescita e formazione volta a garantire l’acquisizione di competenze trasversali in ambito agricolo e agroalimentare che facilitino l’incremento dell’occupabilità, incentivando l’imprenditoria giovanile, la diffusione di conoscenze inerenti all’innovazione tecnologica di settore, valorizzando allo stesso tempo la conoscenza delle pratiche e della cultura contadina”.

Ministro, infine, che ha poi affermato che “sarà fondamentale la co-progettazione e il co-finanziamento che farà parte dell’agenda comune”, per gli interventi per i giovani italiani.

Spiace, però, rimarcare anche con l’Esecutivo Meloni la totale assenza di tale principio nella Governance del Fondo Nazionale per le Politiche Giovanile. Ovvero 80 milioni di euro ripartiti tra amministrazioni centrali e periferiche senza alcun coinvolgimento dal basso dei giovani (ricordiamolo i beneficiari finali di tali interventi) e le organizzazioni giovanili quaificate nei vari territori regionali.

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Criticità, infine, sulle quali anche il cosiddetto “organo consultivo in materia di politiche giovanili” ha dimostrato la più totale mancanza di senso critico verso l’Esecutivo.

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