In Europa cresce la West Nile. Campylobacter e Salmonella sotto i livelli prepandemici.

Campilobatteriosi e salmonellosi sono state le zoonosi più frequentemente riportate nei Paesi dell’Unione Europea nell’uomo nel 2022, anche se il loro numero è ancora inferiore rispetto al periodo pre-pandemico, mentre Listeriosi e West Nile virus sono le infezioni più gravi, con il maggior tasso di decessi tra i casi. Lo afferma il rapporto European Union One-Health Zoonoses 2022 di EFSA ed ECDC, realizzato con il coordinamento dell’Iss.

Nel 2022, i casi di zoonosi maggiormente segnalati nell’uomo in UE sono stati la campilobatteriosi (circa 137mila segnalazioni, stabile rispetto al 2021) e la salmonellosi (65mila, in lieve aumento). Nel settore animale, sono stati 19 gli Stati membri della UE e l’Irlanda del Nord che hanno raggiunto tutti gli obiettivi di riduzione della prevalenza dei sierotipi oggetto dei piani nazionali di controllo delle salmonellosi nelle popolazioni avicole (pollame). Le infezioni da Listeria monocytogenes e da West Nile virus, ancora, sono state le malattie zoonotiche più gravi, con i tassi di decesso tra i casi più elevati.

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Nel complesso, nel 2022 in UE il numero di focolai (oltre 5.700) e casi di malattia trasmessa da alimenti (oltre 48.000), ricoveri (circa 2.700) e decessi segnalati (64) è stato superiore rispetto al 2021, mentre il numero di decessi dovuti a focolai epidemici è stato il più alto mai segnalato nell’UE. negli ultimi dieci anni. Tra i casi epidemici, il maggior numero di decessi è stato registrato tra i pazienti con listeriosi  (28) e salmonellosi (8).

In Italia, il 2022, terzo anno di pandemia di COVID-19, è stato caratterizzato dalla cessazione dello stato di emergenza in Italia, che ha portato ad un graduale allentamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia. Questi cambiamenti potrebbero aver favorito il ritorno ad uno stile di vita ordinario e all’adozione di comportamenti sociali ed individuali degli anni pre-pandemici, con possibili ripercussioni sull’esposizione dell’uomo agli agenti zoonotici.

Nel nostro Paese, nel 2022, si è osservato un aumento del numero di casi umani notificati dall’Italia all’ECDC rispetto al 2021 per tutte le zoonosi, ad eccezione della campilobacteriosi il cui numero di casi è rimasto pressoché invariato  e della brucellosi  che è andata riducendosi (37,5% casi in meno rispetto al 2021). I casi di tularemia sebbene numericamente assai limitati sono rimasti stabili mentre non sono stati riportati casi di febbre Q. In Italia la salmonellosi continua a rappresentare la malattia zoonotica maggiormente segnalata nell’uomo (3332 segnalazioni) seguita dalla campilobacteriosi (1539), contrariamente a quanto si è osservato in Europa dove i casi di campilobatteriosi sono circa il doppio rispetto a quelli di salmonellosi. Seguono le infezioni sostenute dal virus West Nile (WNV), Listeria monocytogenes e Escherichia coli produttori di Shigatossina (STEC). Come negli anni precedenti non sono stati segnalati casi di echinococcosi e toxoplasmosi.

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L’aumento delle notifiche rispetto al 2021 è stato particolarmente marcato per le infezioni da virus West Nile (+1.012,3%).  In totale sono stati segnalati all’Ecdc 723 casi confermati umani, prevalentemente dal Nord-Est d’Italia, rappresentando il 65,1% di tutti i casi di WNV riportati in Europa (N = 1.111).

Anche i casi di Salmonellosi (+85,2%) e di infezione da Escherichia coli produttori di Shigatossina (STEC) (+81,5%) sono cresciuti nel 2022, sebbene in modo più contenuto rispetto a West Nile, riportando le segnalazioni dei casi di salmonellosi ai livelli simili osservati negli anni pre-pandemici (2018, 2019). Al contrario il numero delle infezioni da STEC è stato il più alto mai osservato dall’avvio della raccolta dati TESSy dell’ECDC, superando ampiamente il numero dei casi degli anni pre-pandemici. Tale aumento è prevalentemente imputabile proprio alla crescita dei casi di Sindrome Emolitico Uremica.

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foto Iss