Imprese under35, Unioncamere: “-20% negli ultimi 10 anni”.

L’Italia si avvia a diventare un Paese sempre meno competitivo e produttivo. A indicare questa drammatica tendenza la perdita – certificata da Unioncamere – di circa il 20% delle aziende guidate da under35 negli ultimi 10 anni. Dati incontrovertibili secondo l’ente pubblico che rappresenta il sistema camerale italiano che ha rilevato nei propri registri la presenza di sole 137mila imprese condotte dai/dalle giovani italiani/e a fine 2021, per un complessivo 8,9% del tessuto produttivo nazionale.

In 3 regioni italiane, ancora, è stata rilevata la maggiore tendenza negativa (Marche, Abruzzo e Toscana), dove si aggira intorno al 30%. In controtendenza il Trentino Alto Adige, dove le imprese under35 sono cresciute del 6,5%. Qualcuno dalle parti del futuro Governo prenda nota…

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Un contesto, pertanto, per nulla virtuoso quello italiano che, come ricordato dal numero 1 di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, percorre lo stesso binario della denatalità e dello spopolamento: “In 30 anni, tra 2020 e il 2050, come mostrano le previsioni Istat, gli italiani saranno 5,5 milioni in meno. Inoltre, un numero elevato di nostri connazionali lascia l’Italia per l’estero: nel 2019, 170mila italiani sono andati all’estero e più della metà – 90mila – erano giovani – ricorda Tripoli -. Quindi ci saranno sempre meno giovani che si proporranno sul mercato del lavoro”. Pensando alle difficoltà amministrative legate all’avvio di impresa in Italia e, soprattutto, alla gestione post avviamento ci saranno sempre meno giovani “folli” interessati ad aprire un’attività imprenditoriale. Il dato sul calo delle imprese manifatturiere giovanili – 33% – ne è una drammatica conferma.

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La riduzione della base imprenditoriale giovanile, a breve, non tarderà a produrre i suoi effetti devastanti sui valori economici complessivi del Paese.

Cosa aspettarsi, d’altronde, da un Paese che ha perso quote importanti di competitività negli ultimi 30 anni e che si appresta (visto il deprimente panorama partitico nazionale) a toccare nuovi massimi nei prossimi 5 anni, ovvero a partire dal giorno successivo delle politiche 2022? In una campagna di ‘primati’ (con tutto rispetto per i mammiferi euteri), tali concetti sono difficili da interiorizzare. Spazio allora agli slogan, alle suggestioni, alle dentiere gratis, alle pensioni a 1000 euro, al reddito di cittadinanza potenziato e tutte le altre menate che hanno portato questo Paese ad essere, negli ultimi 6 lustri, una caricatura a livello internazionale.

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