Imprese, le associazioni di categoria scrivono a Solinas. “Il conto alla rovescia verso il disastro è cominciato”.

“Il countdown verso il disastro è cominciato: la Regione lo fermi!”. Questo, in breve, l’accorato appello inviato alla Giunta Solinas da Federalberghi, Confindustria e Confcommercio Sardegna.

“È ora di agire, la Regione fermi questo triste conto alla rovescia: solo con scelte rapide, chiare e con una programmazione definita e puntuale sarà possibile evitare il disastro e salvare i posti di lavoro. È il momento di riprendere in mano il futuro della Sardegna” hanno dichiarato le 3 organizzazioni nel manifesto inviato alla Giunta Solinas.

Un manifesto che suona più come una sentenza di morte per il turismo sardo, come si evince dalle rilevazioni delle associazioni di categoria che stimano, per la stagione 2020, una perdita di 9,7 milioni di presenze. Tradotto in altri termini “l’embargo” si tradurrà in una perdita di 800 milioni di fatturato e di oltre 50mila posti di lavoro.

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Un’autentica bomba sociale per la Sardegna, le cui conseguenze provocheranno una perdita di circa 2,5 miliardi di euro per il sistema turistico isolano.

“Più lunga sarà l’attesa – per le 3 associazioni di categoria – maggiori saranno i danni. A portare le profonde cicatrici, per molti inguaribili, non saranno solo strutture ricettive, ma tutto il sistema che ruota intorno all’accoglienza. Tutto questo è insostenibile. Le strutture alberghiere sono pronte, gli aeroporti sono pronti, i ristoranti sono pronti e così i lavoratori. E’ il momento di avere certezze per poter programmare l’immediato futuro”.

Un’incertezza che richiede una risposta esaustiva da parte delle istituzioni, come richiesto dal mondo produttivo isolano: “E’ fondamentale conoscere al più presto le modalità per una riapertura in sicurezza, i protocolli sanitari e i processi dall’arrivo dei turisti alla loro partenza e le regole da seguire se si dovessero presentare casi di contagio. Entro il 15 maggio sarà fondamentale sapere se e quando la Sardegna sarà aperta ai turisti o se il 2020 dovrà essere ricordato come l’anno del flop totale”.

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