Imprese e liquidità, Andrea Crovetto (ItaliaFintech): “Fondamentale agire subito”.
La tecnologia finanziaria può supportare l’attività delle imprese, enti pubblici e cittadini, specialmente in questo periodo di emergenza e di restrizioni alla mobilità delle persone? Sembrerebbe proprio di sì, stando alla vasta gamma di servizi messi a disposizione dalla tecnologia digitale.
Come nel caso del settore finanziario, dove l’innovazione tecnologica ha prima introdotto e successivamente consolidato le Fintech, società che forniscono servizi e prodotti finanziari attraverso le più moderne tecnologie messe a disposizione dell’ICT e da internet.
Un settore, quello della tecnologia finanziaria, che richiede senza ombra di dubbio, una maggiore conoscenza da parte di cittadini, enti pubblici e imprese, per facilitare la crescita e lo sviluppo di una cultura dell’innovazione nei servizi finanziari.
Tra i soggetti più attivi e qualificati in questo contesto l’Associazione ItaliaFintech, rappresentata dal Presidente Andrea Crovetto, uno dei pionieri italiani del Fintech.
Presidente, cosa sono le fintech e quali servizi eroga ItaliaFintech e per quale target?
Le Fintech sono società che forniscono servizi e prodotti finanziari grazie alla più moderne applicazioni e soluzioni digitali. La rivoluzione tecnologia applicata alla finanza ha avviato anche in Italia la rapida trasformazione del settore finanziario, e sono disponibili ormai da diversi anni soluzioni finanziarie innovative: semplici, trasparenti, flessibili ed efficaci.
ItaliaFintech è l’associazione che riunisce tutte le principali aziende del Fintech italiano operanti in Italia con lo scopo di promuovere la conoscenza e l’adozione delle soluzioni Fintech da parte di consumatori, famiglie e imprese. L’Associazione intende rappresentare un punto di riferimento e di dialogo per le istituzioni e il regolatore nonchè mantenere sempre vivo il confronto con altre aziende e associazioni anche a livello europeo ed internazionale, per facilitare la crescita e lo sviluppo di una cultura dell’innovazione nei servizi finanziari e contribuire allo sviluppo di servizi sempre più efficienti per il pubblico.
Siamo aperti a tutte le società che operano nel settore Fintech, i cui fondatori abbiano un impegno serio e continuato. Perseguiamo tre obiettivi fondamentali. In primo luogo far conoscere le iniziative e le potenzialità della tecnologia applicata alla finanza ai clienti finali ovvero imprese e famiglie che soluzioni semplici e snelle.
Inoltre è parte fondamentale del nostro ruolo aumentare la consapevolezza delle istituzioni rispetto al settore Fintech attraverso la proposizione proattiva di misure di supporto delle famigli e delle imprese. Ad esempio, abbiamo recentemente partecipato alla consultazione pubblica da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze sullo strumento innovativo della Sandbox.
Infine promuoviamo e favoriamo lo sviluppo del settore Fintech italiano anche grazie alla collaborazione con Università, incumbents, operatori tradizionali, istituzioni locali, anche tramite eventi e progetti specifici.
Come le fintech possono aiutare il Governo a rendere più rapida la liquidità delle aziende alla luce degli ultimi provvedimenti legati alla situazione di emergenza?
Il Fintech offre soluzioni efficaci e veloci sia per trasferire che per aumentare le risorse stanziate dal Governo per PMI e famiglie, attraverso sistemi di pagamento digitali che possono trasferire liquidità velocemente e in sicurezza, e piattaforme di lending di accesso al mercato dei capitali e di cessione di fatture commerciali. Basti pensare che i tempi medi di delibera di una piattaforma Fintech vanno dalle 24 alle 72 ore, e questo perché i processi sono snelli e nativi digitali, ma non per questo meno rigorosi su compliance e valutazione del merito creditizio. E’ quindi cruciale prevedere una presenza anche delle aziende Fintech nei meccanismi di funzionamento delle garanzie a supporto della liquidità per le imprese. Inoltre le Amministrazioni ed i Comuni dovrebbero valutare l’utilizzo di strumenti di pagamento nuovi per un trasferimento veloce e in sicurezza delle risorse pubbliche per i cittadini, come tra l’altro ha già fatto il Comune di Milano che distribuisce i Buoni Spesa anche con il Fintech.
Allo stato attuale quali sono gli impedimenti burocratici che ostacolano la liquidità per le imprese?
Il mondo imprenditoriale (e non solo) ha già lanciato l’allarme: c’è il rischio concreto che serviranno mesi di pratiche burocratiche per poter accedere alle garanzie statali. Il Decreto Liquidità di per sé non impedisce alle Fintech di operare, ma saranno fondamentali i regolamenti attuativi. Per quanto riguarda Mediocredito Centrale, occorre estendere l’accesso al Fondo Centrale di Garanzia a tutti gli investitori e gli intermediari alternativi (e dunque alle piattaforme fintech). Stessa cosa per SACE – società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti -, che al momento prevede come interlocutori solo i soggetti abilitati all’erogazione del credito (di fatto, le banche).
Con Camilla Cionini Visani, Direttore Generale di ItaliaFintech stiamo lavorando molto in questo momento per fare in modo che sia esteso a tutti gli investitori e intermediari alternativi l’accesso al Fondo centrale di Garanzia o alle garanzie SACE che consentirebbe lo sblocco immediato anche di investimenti da parte di grandi investitori istituzionali (per es. assicurazioni, fondi pensione, family office) che per operare al meglio necessitano ovviamente delle medesime garanzie concesse al sistema bancario.
Avete fatto una stima sulle aziende che potreste raggiungere e aiutare attraverso una collaborazione con il Governo?
Il Fintech italiano è già pronto e pienamente a disposizione di istituzioni e banche per lavorare insieme e accelerare il percorso di digitalizzazione di tutte quelle soluzioni che oggi devono garantire velocità e agilità di trasferimento della liquidità a imprese e famiglie. E le nostre analisi parlano chiaro: il Fintech può mobilitare risorse addizionali per 2 miliardi di euro e considerando che queste risorse vanno principalmente a beneficio delle piccole imprese, si tratterebbe di risorse immediate a beneficio di migliaia di PMI.
Secondo lei, quante aziende potrebbero chiudere nelle prossime settimane e/o mesi in mancanza di interventi tempestivi?
Uno studio appena pubblicato di The European House – Ambrosetti stima tra i 120.000 e i 180.000 fallimenti di PMI nel caso si innesti una crisi di liquidità provocata da una mancata o ritardata trasmissione o erogazione del credito. Per questo è fondamentale agire subito.
foto italiafintech.org