Immigrazione e acquisizione di cittadinanza. L’Italia è al primo posto in Europa.

Nonostante la campagna elettorale in vista delle elezioni 2018 abbia spesso posto l’accento sulla necessità di procedere alla discussione in aula sullo Ius soli, si è posta poca attenzione circa l’evoluzione dell’acquisizione di cittadinanza nel nostro Paese.

Secondo l’analisi della Fondazione ISMU , elaborata sulla base di dati ISTAT, negli ultimi 10 anni si è passati da 35260 nuove acquisizioni di cittadinanza (su un totale di 2419483 stranieri in Italia) a ben 201591 stranieri divenuti cittadini italiani (su un totale di 5047028 stranieri residenti in Italia). In questo contesto, se consideriamo il panorama europeo, l’Italia è al primo posto per numero di cittadinanze concesse facendo un raffronto con gli ultimi dati Eurostat (anno 2015), seguono Regno Unito con 118mila cittadinanze concesse, Spagna e Francia con 114mila, Germania con 110mila, Svezia con 49mila, Belgio e Paesi Bassi con 27-28mila. Dal 2013 in Italia le concessioni di cittadinanza sono fortemente aumentate: un trend in controtendenza nell’area dell’Unione Europea in cui invece le concessioni di cittadinanza stanno invece diminuendo. 

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Complessivamente, dal 2007 al 2016 le acquisizioni di cittadinanza in Italia sono state 956mila. Quindi, oltre ai 5 milioni di stranieri residenti al 1° gennaio 2017 (ultimo dato Istat), si può stimare sul territorio nazionale anche la presenza di quasi un milione di italiani ex stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana nell’ultimo decennio, per un totale di “residenti stranieri o con un recente passato con cittadinanza non italiana” che sfiora i 6 milioni.

Altro dato che emerge, alla luce della ricerca della Fondazione ISMU, riguarda gli “sbarchi” nel nostro Paese. In particolare il numero delle acquisizioni di cittadinanza supererebbe quello degli sbarcati. Per rendersi conto dell’entità del fenomeno delle acquisizioni di cittadinanza in Italia lo si può raffrontare con quello molto più noto degli “sbarchi”. Tranne che negli anni 2002, 2011 e 2014, nell’ultimo quindicennio gli sbarcati sono stati sempre meno degli acquisiti alla cittadinanza italiana: nel 2015 e 2016 il numero di acquisti alla cittadinanza italiana ha superato rispettivamente di 24mila e 20mila unità quello degli sbarcati negli stessi anni, e nell’ultimo quinquennio complessivamente l’ha oltrepassato di 114mila unità. Dal 2002 al 2016 (dati UHCR, Ministero dell’Interno e ISTAT), a fronte di 792287 persone sbarcate in Italia si sono registrate ben 1068654 nuove acquisizioni di cittadinanza. Tra i neo-italiani di origini straniere i più numerosi sono gli albanesi (36920) e i marocchini (35212). Seguono poi romeni (14403), indiani (9527), pakistani (7678), macedoni (6771), brasiliani (5799), peruviani (5782), moldavi (5678) e senegalesi (5091).

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In base agli ultimi dati disponibili, rispetto alla media nazionale, nel Sud e nelle Isole si acquisisce più spesso cittadinanza italiana tramite matrimonio (in Sardegna perfino nel 23,3% dei casi contro il 6,9% in Veneto), mentre nel Centro-nord più spesso per residenza (fino a un massimo del 58,2% in Friuli-Venezia Giulia) o elezione o trasmissione (fino ad un massimo del 44,4% in Lombardia).

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