Immigrazione clandestina. Arrestati i vertici di un’organizzazione internazionale.
La Polizia di Stato di Cagliari ha arrestato due uomini ai vertici di un’organizzazione transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione, che preparavano l’ingresso in Italia di pericolosi clandestini sequestrando, ancora, un veliero di 17 metri, il “Corto Maltaise”, battente bandiera olandese. Natante individuato a 50 miglia a sud della Sardegna , dopo diverse missioni di ricerca protratte da sei giorni.
L’abbordaggio – spiegano dalla Questura di Cagliari – è scattato alle ore 20.30, quando due motovedette della Guardia Costiera, con a bordo anche personale della Squadra Mobile, hanno intimato all’equipaggio di fermare la barca. L’area era sorvegliata da un elicottero e da un velivolo ART42 della Guardia Costiera.
Dagli accertamenti effettuati l’associazione criminale stava organizzando un imminente trasporto sul territorio italiano di alcuni pericolosi migranti di origine magrebina.
Gli uomini della Squadra Mobile di Cagliari hanno dato così esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. di Cagliari a carico di Zaouli Mourad, tunisino di 62 anni, e di Peikert Gustav, tedesco di 26 anni, indagati per aver partecipato ad un’associazione a delinquere transnazionale finalizzata a far entrare in Italia stranieri privi di titoli di soggiorno. I due erano ai vertici dell’organizzazione e, in particolare, la barca veniva gestita da Zaouli, mentre Peikert svolgeva le mansioni di “manager di bordo”, come lui stesso si definiva con i migranti, e organizzava gli sbarchi.
Durante la perquisizione dell’imbarcazione gli uomini della mobile hanno rinvenuto un foglio, appeso in diverse parti della barca, nel quale si davano precise istruzioni ai clandestini, per “facilitare” la convivenza a bordo durante le lunghe traversate sino alla Sardegna o alla Sicilia. Ai migranti veniva dato ordine in inglese, di: “non parlare mai con il Capitano”; “non entrare nella stanza del Capitano e nel bagno dell’equipaggio”; “non fare nessuna foto”; “non gettare in mare la spazzatura”; “non salire mai in coperta durante le ore del giorno”; “non prendere cibo se non autorizzati ma solo acqua”; “pulire ciò che viene sporcato”; “non fumare nelle cabine”. Le istruzioni terminavano con un quasi ironico “benvenuti a bordo”.
L’esecuzione delle misure cautelari si è resa necessaria perché era emerso che nei piani dell’associazione criminale vi era l’imminente trasporto sul territorio italiano di alcuni migranti di origine magrebina definiti “uomini di potere” e “bombe per l’Europa”. Tenuto conto della gravità del progetto, la Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia, ha dato ordine di eseguire le misure cautelari emesse dal G.I.P. non appena il veliero avesse di nuovo raggiunto le coste italiane.
Un risultato ottenuto grazie alle indagini iniziate lo scorso 30 agosto 2020 e coordinate dalla Direzione, dopo lo sbarco a Capo Malfatano, di cinque tunisini e due tibetani. I migranti furono avvistati da alcuni bagnanti mentre scendevano a terra dal tender partito dal veliero. Furono poi fermati dai Carabinieri, chiamati dal gestore di un chiosco, e portati nel centro di accoglienza di Monastir. La ricostruzione di quello sbarco ha permesso agli uomini della Squadra Mobile di avviare una complessa indagine e di attivare numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, attraverso le quali sono stati raccolti gravissimi indizi di colpevolezza a carico degli indagati sull’esistenza di un’associazione a delinquere, con ramificazioni internazionali, in grado di trasportare in Italia decine di stranieri provenienti dal nord Africa e dai paesi asiatici (Tunisia, Algeria, India, Cina, Taiwan, Vietnam).
L’organizzazione si faceva pagare dai 3.000 ai 6.000 euro a persona, per il viaggio in Italia con il veliero e il successivo trasporto in auto verso altri paesi dell’Unione Europea. Gli stranieri venivano prelevati dalla Grecia o dalle coste della Tunisia e dell’Algeria, “da dove si poteva partire senza subire controlli”, come gli stessi indagati affermano nei dialoghi intercettati. L’organizzazione era in grado di mettere a disposizione dei migranti documenti falsi, qualora servissero. Alcuni viaggiavano anche con documenti autentici.
Le indagini hanno anche documentato che il 29 novembre 2020 gli arrestati hanno trasportato sulle coste siciliane 19 stranieri, di origine vietnamita e di Taiwan, che prima erano stati fatti transitare attraverso la Turchia e poi imbarcati in Grecia.