Il Safer Internet Day al Ministero dell’Istruzione.

È stata celebrata oggi, al Ministero dell’Istruzione, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea. Quest’anno l’appuntamento con il Safer Internet Day, accompagnato dallo slogan “Together for a better Internet”, ha previsto un fitto programma di iniziative messe in campo dal Ministero dell’Istruzione, coordinatore del progetto “Generazioni connesse”, il Safer Internet Centre, Centro italiano per la sicurezza in Rete.

All’evento nazionale di questa mattina hanno partecipato istituzioni, decisori politici ed esperti collegati che si sono incontrati con i giovani delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, per approfondire le tematiche del Better Internet for Kids, ovvero opportunità e criticità connesse al mondo delle tecnologie digitali. Tra i partecipanti influencer, giovani e “attivisti” dello Youth Panel, scuole iscritte a Generazioni Connesse, con esempi di azioni virtuose italiane relative all’uso delle nuove tecnologie. 

Gli eventi a livello locale e nazionale sono stati promossi insieme ai principali partner di “Generazioni Connesse”: l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, la Polizia di Stato, Telefono Azzurro e Save the Children. In Rete le iniziative sono state accompagnate dagli hashtag #SID2022 #SICItalia.

Safer Internet Day, foto Ministero dell'Istruzione
Safer Internet Day, foto Ministero dell’Istruzione

“Il digitale ci offre la possibilità di aprire la scuola, di allargarla sempre di più per condividere progetti di studio e di vita”, ha detto il Ministro Patrizio Bianchi. “Le competenze digitali che trasmettiamo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi non riguardano solo la capacità di conoscere gli strumenti, ma di governarli. E il mio invito è a farlo con responsabilità. In questo, la scuola svolge un ruolo fondamentale: ha il compito di fornire gli strumenti per navigare nel nostro tempo. Le parole sono pietre, spesso vengono lanciate in Rete con poca attenzione, ma ogni parola conta e la scuola deve insegnarlo”.

“Il digitale è un’opportunità per realizzare i diritti di bambini e ragazzi: dall’istruzione al gioco, dalla socialità al diritto di esprimersi” –, ha dichiarato la Garante dell’Infanzia e l’Adolescenza, Carla Garlatti. “Ma può rappresentare anche una serie di rischi. Primo tra tutti, quello di restarne esclusi: una condizione che non solo può accentuare le disparità, ma crearne di nuove. E proprio alla prevenzione dei pericoli che possono venire dalla Rete e dall’uso che se ne fa si occupano iniziative come il Safer Internet Day. Uno di questi pericoli, a cui si può essere esposti sia come autori sia come vittime, è quello delle diverse forme di prevaricazione e vessazione realizzate per mezzo della Rete: per ricordarlo a tutti, proprio ieri, si è celebrata la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo”, ha aggiunto. “La risposta più importante ai rischi della Rete risiede nella consapevolezza di adulti e ragazzi. Per questo occorre investire nell’educazione digitale: l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza lo farà a partire dai più piccoli, con un’iniziativa destinata ai bambini della primaria, e lo farà pure contribuendo a campagne di sensibilizzazione e alla definizione di linee guida per i gestori, assieme ad altre autorità e istituzioni”.

Patrizio Bianchi, foto Ministero dell'Istruzione
Patrizio Bianchi, foto Ministero dell’Istruzione

Sul ruolo strategico della scuola è intervenuta, inoltre, la Capa del Dipartimento Educazione di Save the Children, Francesca Bilotta: “Le e-policy promosse da Generazioni Connesse rappresentano, in questa prospettiva, un valido strumento a servizio della scuola. Fondamentale, inoltre, è il ruolo attivo degli studenti, nella definizione delle stesse e nell’azione educativa tra pari volta a contribuire alla comprensione del mondo digitale.”

LEGGI ANCHE:  Lamberto Giannini è il nuovo capo della Polizia.

“Il tempo che bambini e ragazzi trascorrono in Rete è aumentato durante il periodo della DAD e della DDI, ma c’è una maggiore consapevolezza dei rischi online”, ha sottolineato Daniele De MartinoDirigente del Compartimento della Polizia Postale e della Comunicazione.

Hanno arricchito la giornata webinar, dirette e interviste con esperti. Si è riflettuto anche a partire dai dati della ricerca realizzata da Generazioni Connesse, sulla quantità e la qualità delle ore passate in Rete dalle ragazze e dai ragazzi. Rispetto al 2020 e al 2021, l’annuale ricerca di Generazioni Connesse riscontra una riduzione del tempo passato online dai giovani. “Solo” il 42% si collega dalle 5 alle 10 ore al giorno, contro il 59% dell’anno del lockdown. Chi è “sempre connesso” scende dal 18% del 2021 al 12% del 2022. Merito di un graduale ritorno alla normalità dopo le restrizioni del periodo più difficile della pandemia, che comunque qualcosa ha insegnato: il 55% sostiene, infatti, di aver ricevuto indicazioni sulla sicurezza online, soprattutto dai docenti.

LEGGI ANCHE:  Safer Internet Day, Giuseppe Valditara: “2,1 mld per la cittadinanza digitale”.

Meno tempo speso online e maggiore consapevolezza dei rischi in cui si può incappare sul web. Questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’annuale ricerca condotta da Generazioni Connesse, in collaborazione con Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Sapienza Università di Roma – CIRMPA, in occasione del Safer Internet Day 2022, su un campione di 2.472 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado. 

Se, infatti, tra il 2019 e il 2020 era più che raddoppiata la percentuale di coloro che raccontavano di essere connessi dalle 5 alle 10 ore al giorno – passando dal 23% al 59% – nell’ultimo anno il dato ha iniziato lentamente a tornare sui livelli pre-pandemia fino alla più recente rilevazione secondo cui il 42% dei ragazzi è stato collegato al web per un tempo medio così lungo. 

Patrizio Bianchi, foto Ministero dell'Istruzione
Patrizio Bianchi, foto Ministero dell’Istruzione

Meno ore su Internet anche per coloro che si dichiarano “sempre connessi”, che scendono dal 18% rilevato nel 2021 al 12% della prima rilevazione del 2022. Il restante 46% degli adolescenti coinvolti nella ricerca, invece, stima di passare online meno di 4 ore al giorno, contro il 23% complessivo di 12 mesi fa.

Aumenta la consapevolezza dei ragazzi e, in particolare, di quanti sfruttano le conoscenze acquisite sui meccanismi della Rete per aiutare i coetanei in difficoltà: nell’ultimo anno, il 95% degli studenti coinvolti nella ricerca dichiara di aver sostenuto ragazze e ragazzi della propria età con consigli e suggerimenti per migliorare la loro esperienza nella dimensione digitale. I più diffusi? Evitare di condividere online dati sensibili, fare attenzione alle persone conosciute in Rete, non diffondere foto e video privati sul web, non condividere informazioni sensibili su altre persone senza il loro consenso, verificare l’attendibilità di chi ci manda link prima di aprirli. Interventi quantomai utili, visto che pur crescendo la consapevolezza sulle potenzialità e sui rischi della Rete, fenomeni come il sexting o il cyberbullismo sono tutt’altro che sconfitti. Solo negli ultimi 2-3 mesi, il 24% degli intervistati racconta di aver scambiato proprie immagini intime, mentre il 7% dichiara di essere stato vittima di atti di cyberbullismo, a cui si aggiunge un 2% di cyberbulli e un 21% di spettatori di tali atti.

LEGGI ANCHE:  Montecitorio: i comuni sardi "Plastic Free" al Parlamento.

Tra gli effetti positivi che il lento ritorno alla normalità sta avendo sulla vita digitale delle nuove generazioni c’è anche una spiccata attenzione per i temi della sicurezza online. Nell’ultimo anno, più della metà dei ragazzi (55%) dice di aver ricevuto indicazioni e informazioni utili per difendersi dai pericoli della Rete. Un dato quasi doppio rispetto a dodici mesi fa, quando appena il 29% affermava di confrontarsi su tali argomenti. Fondamentale il ruolo della scuola: la maggiore diffusione della cultura digitale è dovuta in gran parte all’azione svolta dai docenti. Le studentesse e gli studenti che hanno ricevuto insegnamenti sulla sicurezza online dai loro insegnanti sono passati dal 12% di un anno fa al 31% attuale. Il 68% delle ragazze e dei ragazzi però non ha mai sentito parlare del nuovo regolamento per il trattamento dei dati personali, il GDPR, entrato in vigore nel 2018 e si dichiara preoccupato in merito alla possibilità che i siti web visitati possano condividere le loro informazioni personali con altri. Simili percentuali vengono riportate anche rispetto al tracciamento di cosa fanno online (un po’ preoccupato 52%; molto preoccupato 39%) e a possibili usi non autorizzati dei dati forniti (un po’ preoccupato 65%; molto preoccupato 23%).  

Safer Internet Day, foto Ministero dell'Istruzione
Safer Internet Day, foto Ministero dell’Istruzione

Infine, durante la Giornata è stato rilanciato il messaggio “Con lo sport stop al bullismo”, tema del Concorso “Onesti nello sport” che il Ministero dell’Istruzione e la Fondazione Giulio Onesti – Accademia Olimpica Nazionale Italiana hanno promosso anche per questo anno scolastico per accompagnare studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado a riflettere sulla valenza educativa dello sport inteso come strumento di contrasto a fenomeni sociali caratterizzati da comportamenti che veicolano esclusione e violenza. Fenomeni ancor più da analizzare nel momento attuale nel quale la distanza sociale e la limitata libertà di movimento hanno ulteriormente inciso sul modo di agire e vivere dei giovani. Obiettivo del Concorso è la produzione di un elaborato multimediale attraverso l’uso di metodologie digitali scelte dagli studenti.