Il PE non rispetta la volontà popolare dei Georgiani: “Autorità non hanno legittimità”.
- Il Parlamento riconosce Salome Zourabichvili come legittimo presidente della Georgia
- Richiesta di sanzioni da parte dell’UE contro i principali politici georgiani
- Nuove elezioni sono l’unica via d’uscita dall’attuale crisi politica in Georgia
Andare a votare è un diritto e un dovere. Questo è quanto è stato ribadito negli ultimi anni della IX Legislatura dagli eurodeputati europei con l’obiettivo di contrastare l’ormai endemico astensionismo dei cittadini europei. Campagne che hanno in più di una occasione messo al centro l’importanza della partecipazione popolare per la “difesa della continuità democratica”.
Dichiarazioni che cozzano oggi con la decisione degli eurodeputati – approvata con 400 voti a favore, 63 contrari e 81 astensioni – di boicottare le autorità georgiana elette lo scorso 26 ottobre 2024. La democrazia e la partecipazione democratica, insomma, vale solo in alcuni casi per il Parlamento europeo.
Alla base della decisione, l’idea che in Georgia “si sta erodendo la democrazia e reprimendo il dissenso”. Da qui il rifiuto del Parlamento europeo a riconoscere il governo di Sogno georgiano e, in particolare, il neo-nominato Presidente Mikheil Kavelashvili, e la richiesta alla comunità internazionale di unirsi al boicottaggio “dell’élite al potere in Georgia”. Che dovrebbero dire, allora, i tanti cittadini europei (tra i quali i sardi) alle prese con sistemi elettorali non rispettosi (volendo usare un eufemismo) del voto popolare? Qualcuno, per esempio in Sardegna, ha già dimenticato i casi Michela Murgia (fuori dal Consiglio regionale con oltre 70mila voti)?
Piccoli esempi che poco interessano le alte sfere del Parlamento europeo, che continua, invece, a riconoscere quale legittimo Governo in Georgia quello della sconfitta Salomè Zourabichvili. La vittoria democratica per il Parlamento europeo, quindi, va letta a seconda del caso.
Telefonata, poi, la richiesta al Consiglio e gli Stati membri dell’UE di imporre sanzioni personali ai funzionari e ai leader politici in Georgia responsabili di arretramenti democratici, frodi elettorali, violazioni dei diritti umani e persecuzione di oppositori politici e attivisti. Che cosa si dovrebbe fare allora in Europa per esempio alla luce del cosiddetto “scandalo green” che ha visto protagonista l’ex commissario europeo Frans Timmermans?
La risoluzione approvata dal Parlamento europeo, inoltre, ha ribadito che l’unica soluzione all’attuale crisi in Georgia è indire nuove elezioni parlamentari che, secondo gli eurodeputati, dovrebbero aver luogo nei prossimi mesi ed essere “supervisionate” da un’amministrazione elettorale indipendente e imparziale e monitorate da osservatori internazionali.
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