Il Parlamento europeo celebra i 70 anni della Dichiarazione Schuman.

Il Presidente e i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo hanno ricordato il 70esimo anniversario della Dichiarazione Schuman.

La celebrazione ha luogo in un momento in cui l’Europa sta affrontando la sua sfida più difficile dalla fine della seconda guerra mondiale: una crisi sanitaria, economica e sociale innescata dall’epidemia di Covid-19.

La dichiarazione Schuman, che ha posto le basi della nostra Unione europea, ha dato il via a un progetto politico unico e genuino, volto a garantire la pace e la prosperità e a migliorare la vita di tutti i cittadini europei. Già 70 anni fa, la dichiarazione Schuman conteneva l’idea che “l’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”

Questo approccio graduale ha portato all’Unione europea che conosciamo oggi. Fin dall’inizio il progetto europeo mirava alla costruzione di una comunità politica ed economica, basata sui valori che derivano dalla nostra comune storia europea, come la solidarietà, l’apertura, la libertà, la tolleranza, l’uguaglianza nella diversità e il rispetto per lo Stato di diritto.

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Jean Monnet, l’autore della dichiarazione Schuman, ha affermato che le persone non cambiano se non per necessità e che vedono la necessità soltanto in tempi di crisi. Ogni crisi rappresenta un’opportunità per compiere un passo in avanti. Analogamente, la crisi attuale accresce l’urgenza per l’Unione europea di avviare un processo volto a renderla più efficace, più democratica e più vicina ai cittadini.

Nel corso degli ultimi 70 anni il mondo è drasticamente cambiato e il ruolo dell’Unione europea è ora più cruciale che mai. Nel nuovo ordine geopolitico emergente e nel contesto di un’emergenza ecologica, la nostra responsabilità è accettare di diventare una forza globale di stabilità e pace, Stato di diritto, sostenibilità e multilateralismo.

La crisi attuale ha mostrato, esigendo un pesante tributo, che l’UE resta un progetto incompleto e che l’incapacità di organizzare la solidarietà o di contrastare gli attacchi persistenti contro i diritti fondamentali e lo Stato di diritto non sono argomenti di discussione sconnessi dalla realtà.

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Poiché ci ergiamo sulle spalle di giganti, la capacità delle istituzioni europee e di tutti gli Stati membri di rispondere alle attuali sfide in ambito sanitario, sociale, economico, ambientale, istituzionale e relativo alla sicurezza dovrebbe corrispondere almeno all’ambizione politica contenuta nella dichiarazione Schuman. Dobbiamo rafforzare e approfondire la legittimità democratica dell’Unione europea e assicurare che le sue politiche e la sua leadership siano l’espressione dei cittadini europei in una democrazia parlamentare europea a pieno titolo.

Crediamo che sia il momento di procedere a un dibattito ambizioso sul futuro dell’Europa con i cittadini dell’UE e tutte le parti interessate, al fine di definire l’Unione in cui vogliamo vivere insieme e pervenire a un accordo tra i cittadini europei sulle fondamenta politiche che vogliamo costruire per la ripresa del continente europeo. La solidarietà è diventata la condizione principale delle nostre future conquiste comuni.

In tale contesto, restiamo convinti che il progetto previsto a livello europeo, la Conferenza sul futuro dell’Europa, sia la sede appropriata per rispondere a tale ambizione. La Conferenza deve essere convocata al più presto e deve tradursi in proposte chiare, interagendo in modo diretto e significativo con i cittadini, al fine di realizzare una riforma profonda dell’Unione, consentendole innanzitutto di adottare decisioni nell’interesse europeo comune al fine di rendere l’UE più efficace, unita, democratica, sovrana e resiliente.

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Ribadiamo la posizione del Parlamento e prendiamo atto della posizione della Commissione secondo cui il processo, il tema, la struttura, la tempistica e l’ambito della Conferenza debbano essere concordati in modo congiunto dalle tre istituzioni. Invitiamo pertanto il Consiglio a presentare una posizione ambiziosa in relazione alla Conferenza.

Oltre alla gioia e alla gratitudine per aver vissuto uniti e in pace per 75 anni, dobbiamo ricordare che la solidarietà non si esaurisce ai nostri confini. L’attuale pandemia ci ricorda l’importanza del multilateralismo nell’affrontare le sfide e le crisi comuni insieme. Anziché tornare a un egoismo nazionale, la soluzione per il futuro dovrebbe essere un’Unione europea che collabora in modo approfondito con i partner internazionali in uno spirito di equità e comprensione reciproca.

foto europarl.europa.eu

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