Il Parlamento condanna l’attacco dell’Iran a Israele ma chiede “più carri armati per Kiev”.

In una risoluzione adottata nelle ultime 24 ore i deputati europei, in totale controtendenza con le dichiarazione pro escalation della Presidente Roberta Metsola, hanno invitato alla de-scalation in Medio Oriente, condannando fermamente l’attacco iraniano con droni e missili contro Israele.

Nell’occasione, il Parlamento europeo ha espresso la propria preoccupazione per la sicurezza dello Stato di Israele, dei suoi cittadini e per l’attacco al consolato iraniano nella capitale siriana di Damasco, avvenuto lo scorso 1° aprile e attribuito a Israele. Paese, in questa occasione, per nulla rispettoso del cosiddetto principio dell’inviolabilità delle sedi diplomatiche e consolari, come indicato dal diritto internazionale.

Pur invitando tutte le parti a evitare un’ulteriore escalation e a dar prova della massima moderazione, il Parlamento, inoltre, ha criticato il ruolo destabilizzante svolto dal regime iraniano e dai suoi alleati in Medio Oriente. Da qui la richiesta di Bruxelles di ampliare il regime di sanzioni nei confronti dell’Iran.

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Nella risoluzione è stato chiesto inoltre di includere il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran ed Hezbollah nell’elenco dell’UE delle organizzazioni terroristiche.

Preso atto, ancora, che l’Iran continua a non rispettare i suoi obblighi nell’ambito del suo accordo nucleare – formalmente noto come Piano d’azione congiunto globale (in inglese Joint Comprehensive Plan of Action, JCPOA) – i deputati europei esortano le autorità iraniane a rispettare immediatamente gli accordi e ad affrontare tutte le relative questioni in sospeso.

Nella risoluzione si sostiene, infine, la decisione del Consiglio di avviare l’operazione ASPIDES della forza navale dell’UE per salvaguardare la libertà di navigazione al largo delle coste dello Yemen, invitando nel contempo l’Iran e le entità sotto il suo controllo a garantire il rilascio e il ritorno in sicurezza dei membri dell’equipaggio europei catturati dalle navi che transitano nella regione.

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