Il Governo Meloni impugna un’altra legge, Todde risponde col solito tono vittimistico.

Come nella XVI Legislatura, quella degli incapaci, la XVII non sta brillando per capacità legislativa come ci ricordano le consuete impugnazioni da parte del Governo nazionale. L’ultima, in ordine di arrivo, è stata quella sulle aree idonee – la legge della Regione Sardegna n. 20 del 3 dicembre 2024 -. Una non novità, di questi tempi, all’interno del “perimetro” della presidente “decaduta”.

Governatrice, come sempre, intervenuta oggi per stigmatizzare – ovviamente con toni vittimistici – la decisione del governo nazionale. Ma, visto che nulla è cambiato, neanche con “quello che doveva proteggere la Sardegna dalle impugnazioni di Governo”, ormai tornato a Roma, in molti continuano a trovare conferma sulla “diversa capacità” della maggioranza Todde.

Un altro ceffone, ancora, che arriva dopo la decisione della Consulta sul referendum presentato dalle “regioni ribelli” (la Sardegna dei “Toddeheart” compresa). Insomma, non c’è pace dalle parti di via Roma, via Oslavia e viale Trento. E nascondere la propria incompetenza sta diventando sempre più difficile, ora che c’è anche la questione “decadenza” a tenere banco.

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Per tutta risposta, però, la presidente nuorese continua a rispondere con i consueti toni vittimistici, affermando che “chi impugna penalizza la Sardegna” e che il Governo Meloni ha deciso sul merito “senza convocare la Presidente della Regione Sardegna, violando lo Statuto sardo che le riconosce il diritto di partecipare al CdM quando si discutono temi di rilievo per la Regione”. La domanda, allora, viene spontanea. Ma recentemente quando è capitato di vedere un tale prodigio, ovvero la partecipazione di un presidente della Regione ad una seduta del Consiglio dei Ministri?

Probabile, quindi, che si cerchi di attaccarsi proprio a tutto pur di accennare una “risposta istituzionale” accettabile da parte della base acritica presente nell’Isola.

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Una replica che, come spesso capita, si affida al vittismo, rimarcando la ferinità del governo nazionale contro la Cenerentola Sardegna. “La Sardegna – si legge nella nota della comunicazione istituzionale della presidente “decaduta” – troppo spesso considerata un fanalino di coda, si è trasformata in un modello di tutela e pianificazione del territorio per tutto il Paese”.

Dal vittimismo al “gomblotto” poi il passo, come ricorda la narrazione pentastellata, è breve: “Non sorprende che a chiedere l’impugnazione siano state forze politiche – una soprattutto – che in Sardegna si schierano a parole contro la speculazione energetica e a difesa dell’ambiente, mentre a Roma operano sistematicamente contro gli interessi regionali, promuovendo scelte politiche ed energetiche (penso al deposito delle scorie nucleari che vorrebbero imporci e all’Autonomia differenziata) che penalizzano la Sardegna e i suoi cittadini”. Chi sarà il terribile mister x citato dalla presidente? Perchè non esplicitarlo nella nota istituzionale? Timore di fare una figuraccia come recentemente capitato, sul fronte degli ammortizzatori sociali dei lavoratori nel Sulcis, all’assessora che non si indigna più? Non è dato saperlo.

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Nel frattempo, si sà soltanto che la Regione a trazione Todde, farà sentire la sua voce contro l’impero del male rappresentato dal Governo nazionale. E, visti i risultati degli ultimi 11 mesi, si può prevedere che non succederà granché: “La Regione Sardegna – conclude la presidente “decaduta” – si difenderà davanti al giudice delle leggi come abbiamo fatto in tema di regionalismo differenziato. Come più volte ribadito, finché saremo alla guida della Sardegna, ci opporremo a qualsiasi tentativo di minacciare, imporre veti o dettare condizioni ai danni dei sardi”.

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