Il Governo impugna due leggi della Giunta Solinas.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha esaminato trentanove leggi di Regioni e Province autonome, procedendo all’impugnazione di due leggi della Regione Sardegna: la legge regionale n. 1 del 21 febbraio 2020, recante “Disposizioni sulla gestione della posidonia spiaggiata”, in quanto alcune norme riguardanti la gestione della posidonia spiaggiata eccedono dalla competenza statutaria della regione e violano la competenza esclusiva statale in materia di «tutela dell’ambiente e dell’ecosistema” (articolo 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione; la legge regionale n. 3 del 21 febbraio 2020, recante “Modifiche alle leggi regionali n. 45 del 1989 e n. 8 del 2015 in materia di Piano di utilizzo dei litorali”, in quanto alcune norme riguardanti le autorizzazioni edilizie e paesaggistiche necessarie per la costruzione di strutture sui litorali eccedono dalle competenze che lo Statuto speciale riconosce alla Regione e incidono sulle competenze statali in materia di tutela del paesaggio, di livelli essenziali delle prestazioni e di diritto penale, in violazione degli articoli 9 e 117, secondo comma, lettere l), m) e s) della Costituzione.
Maria Laura Orrù e Antonio Piu del gruppo dei Progressisisti in Consiglio regionale sono stati tra i primi a commentare la notizia: “Il Governo boccia la politica degli slogan della Giunta Solinas. La scelta del Consiglio dei Ministri di impugnare le due proposte di legge regionali sulla gestione della posidonia e sul Piano dei litorali conferma le criticità che avevamo sollevato nei mesi scorsi. Come già diverse volte sottolineato da noi, sia in Commissione che in Aula, i due provvedimenti contemplano alcune disposizione che risultano costituzionalmente illegittime, in quanto contrastanti con la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e tutela del paesaggio”.
“Le due normative – proseguono Maria Laura Orrù e Antonio Piu – sono state un atto di arroganza dell’esecutivo Solinas, la dimostrazione che dietro questa operazione non c’è sostanza ma solo un insieme di slogan. Noi li avevamo messi in guardia: non si può legiferare sui chioschi nelle spiagge bypassando l’adozione degli adeguati strumenti urbanistici; e nell’altro caso, non si può considerare la posidonia un rifiuto, mettendo da parte i pareri della comunità scientifica, contrari all’utilizzo di mezzi meccanici sugli arenili, e ignorando le due circolari del Ministero dell’ambiente, che incoraggiano il mantenimento e il riutilizzo in loco della posidonia presente sulla spiaggia come strumento naturale di difesa dell’erosione costiera. Sono andati avanti con cocciutaggine e con quale risultato? Ora dovremo aspettare per mettere la parola fine sui commi giustamente impugnati e poter dare una risposta ai sardi su due materie cruciali per la Sardegna e le sue coste. Nel frattempo, chi lavora nelle spiagge continuerà a farlo in un clima di totale incertezza”.
Gli esponenti del Gruppo dei Progressisti ribadiscono come non ci sia alcun pregiudizio nei confronti dei gestori dei chioschi: “Si tratta di un settore fondamentale dell’economia turistica isolana, che necessita di essere valorizzato e sostenuto. Proprio per questo desideriamo che la loro attività venga normata nel migliore dei modi, riconoscendo anche le specificità di ogni territorio: quali sono gli arenili urbani dove è possibile lasciare i chioschi tutto l’anno, e quelli dove invece è necessaria una presenza stagionale per favorire il ciclo naturale di vita della spiaggia. Come gruppo siamo sempre a disposizione per ragionare insieme e trovare le soluzioni legislative più efficaci per dare regole certe a questo settore”.