Il Consiglio paraculo “in nome della trasparenza” fa come vuole.

Mentre per la pubblicazione di atti di concessione non c’è alcun limite alla pubblicazione di dati tali da indicare i beneficiari (anagrafica, report su attività svolte, ecc., addirittura nell’ultimo click day per la concessione di contributi è stato pure indicato l’orario di arrivo delle pec), per l’ultima nomina dei membri del Corecom Sardegna, diversamente dalle precedenti selezioni, è stato oscurato il nome dei 39 ammessi alla selezione e dei 2 esclusi.

Membri, ricordiamolo, selezionati dalla procedura sì per titoli ma poi, di fatto, votati dai consiglieri/e regionali, deferenti verso gli ordini di scuderia dei rispettivi partiti. Me cojoni!

L’ennesima milestone in materia di trasparenza messa in atto dal Consiglio regionale della Sardegna. E meno male che stiamo parlando del “Comitato regionale per le Comunicazioni della Regione Autonoma della Sardegna”, organo di garanzia della Regione Sardegna per l’elaborazione e l’attuazione delle politiche regionali nel settore delle comunicazioni.

LEGGI ANCHE:  Influencer, al via la consultazione pubblica dell'Agcom.

Insomma, una patente di bizzarria, per usare un eufemismo.

Nulla di nuovo, restando nel perimetro della trasparenza. Lo stesso Consiglio negli anni ha omesso la pubblicazione dei dati di partecipazione al voto dei consiglieri/e regionali, impedito (per regolamento consiliare) l’accesso dei giornalisti ai lavori delle commissioni permanenti del Consiglio regionale (“me cojoni” M5S in Regione), evitato di rendere pubblici i CV dei dipendenti dei gruppi consiliari (si fa per i dipendenti pubblici),

Si può giusto sapere, quando va bene, il tasso di assenza del personale dell’Ufficio Stampa del Consiglio… informazioni di primaria importanza per i/le cittadini/e sardi/e…

Ma da una maggioranza oggi al governo che non chiede agli uffici del Consiglio di apportare maggiore trasparenza (basta poco visto lo stato primitivo odierno), cosa bisogna aspettarsi?

LEGGI ANCHE:  “Caso Gallus”, l'opposizione in Consiglio regionale: "Blocco dei lavori della Sesta commissione".

Basta l’ultima dichiarazione della Presidente della Regione, Alessandra Todde, rilasciata a Sardegnagol proprio sul tema dell’estensione allargat delle assunzioni del personale dei gruppi politici: “Siamo in una situazione in cui il Consiglio regionale non può avere collaboratori e fa molta fatica a funzionare”. “Era fondamentale mettere i consiglieri regionali nelle condizioni di lavorare. E’ importante, visto che il nostro Consiglio regionale è l’organo legislativo, dare la possibilità come sta avvenendo in Giunta di poter utilizzare delle risorse per poter avere dei supporti legislativi. Uno dei motivi per i quali abbiamo visto una grandissima impugnativa anche negli anni precedenti è stata dovuta alla scarsità con cui venivano fatti i provvedimenti di legge ed è importantissimo che ci siano dei collaboratori che si rapportino bene con le funzioni del Consiglio regionale. Penso che fosse una priorità perchè il Consiglio regionale deve lavorare a pieno regime“. Non cambia nulla Ale, le impugnazioni arrivano comunque, con o senza i tirapiedi dei consiglieri e delle consigliere regionali, assunti, prima ancora per le competenze legislative ed informatiche (per esempio) per ben altri meriti…

LEGGI ANCHE:  Giovani e PNRR, rapporto Visentini-Luiss: "Interventi fermi al 5%".

Pubblicateli questi CV, questi nomi e facciamo fare due risate ai/alle sardi/e. Fateci vedere se questo “modello Sardegna“, visto sfortunatamente negli ultimi 8 mesi, è realmente vincente e discontinuo rispetto al passato.