Il Consiglio europeo non riconosce i risultati delle elezioni bielorusse.
“Le elezioni del 9 agosto non sono state libere né regolari, motivo per cui non ne riconosciamo i risultati”. Queste le conclusioni del presidente del Consiglio europeo a seguito della videoconferenza dei membri del Consiglio europeo sulle elezioni presidenziali bielorusse, che hanno visto la ‘rielezione bulgara’ del Presidente Aleksander Lukashenko.
Una dichiarazione che non lascia spazio a nessuna interpretazione e che anticipa l’imposizione di nuove sanzioni verso i responsabili delle violenze e della falsificazione dei risultati elettorali: ” I cittadini della Bielorussia hanno il diritto di determinare il proprio futuro e i membri della società civile e dell’opposizione impegnati nelle discussioni sulla transizione politica devono essere protetti da violenza e arresti arbitrari. L’UE si attende un’indagine completa e trasparente su tutti i presunti abusi”.
I risultati delle elezioni presidenziali bielorusse rischiano ora di mettere a repentaglio i progressi ottenuti negli ultimi anni nelle relazioni tra l’UE e la Bielorussia, come confermato nel corso della videoconferenza del Consiglio: “Qualsiasi ulteriore deterioramento della situazione si ripercuoterà sulle nostre relazioni con conseguenze negative. Esortiamo le autorità bielorusse a trovare una via d’uscita dalla crisi ponendo fine alla violenza, allentando le tensioni e avviando un dialogo inclusivo a livello nazionale. Solo da un processo pacifico e democratico, sostenuto da media liberi e indipendenti e da una società civile forte, possono scaturire soluzioni sostenibili. Tutte le parti – paesi terzi compresi – dovrebbero sostenere un tale processo”.
Preoccupazione anche sul fronte del Mediterraneo orientale. Alcuni Stati membri, infatti, hanno sollevato la questione delle relazioni con la Turchia, che, nonostante i numerosi appelli da parte delle istituzioni europee e di alcuni Paesi UE, non accenna a porre fine alle attività illegali di trivellazione al largo dell’Isola di Cipro: “Siamo sempre più preoccupati per le crescenti tensioni e abbiamo sottolineato l’urgente necessità di allentarle. Abbiamo espresso piena solidarietà alla Grecia e a Cipro, ricordando e ribadendo le nostre precedenti conclusioni sulle attività illegali di trivellazione. Abbiamo concordato di tornare su tali questioni nella riunione di settembre. Tutte le opzioni saranno sul tavolo”.
Si è discusso, infine, del colpo di Stato in corso nella Repubblica del Mali, dove la giunta militare ha deposto il Presidente Ibrahim Boubacar Keita e il Premier Boubou Cisse: “Quanto sta avvenendo in Mali desta profonda preoccupazione e può avere conseguenze destabilizzanti sull’intera regione e sulla lotta al terrorismo. L’UE invita a rilasciare immediatamente i prigionieri e a ripristinare lo Stato di diritto. L’UE opera in pieno coordinamento con i partner africani e internazionali e sostiene gli sforzi dell’ECOWAS tesi a trovare una soluzione in linea con le aspirazioni della popolazione maliana”.