Il Consiglio approva il rendiconto per l’esercizio finanziario 2020.
Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il rendiconto 2020 del Consiglio regionale. Sul tema del decoro dell’Aula e della qualità dei lavori all’interno del Consiglio è intervenuto in apertura il leader di Udc-Cambiamo! Giorgio Oppi: “Il palazzo del Consiglio è praticamente deserto lunedì e venerdì, si accavallano le riunioni delle commissioni senza una struttura di coordinamento, è in atto una fuga dei dipendenti che determina un lavoro non proficuo e, fatto ancora più grave, c’è troppo protagonismo individuale e di gruppo. Abbiamo – prosegue – 39 milioni di avanzo di esercizio eppure il sistema di voto non funziona, cade un calcinaccio e nessuno fa niente per due anni, probabilmente a causa di una certa sudditanza nei confronti della Regione. Il segno della dignità della politica – conclude Oppi -, lo dà il Consiglio e purtroppo lo danno anche troppi problemi aperti: le statue di Nivola trascurate, i diritti ignorati per i consiglieri fuori sede, la bassa produttività, le strutture inadeguate e non funzionali”.
Sul tema anche il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, per il quale serve chiarezza a partire dalle assenze dal Consiglio nei fine settimana per chi non è di Cagliari e deve poter tenere i rapporti con le comunità, alle gare che ormai sono una realtà che ha messo fine ad un lungo sistema di proroghe, alla fuga dei dipendenti che risale a molti anni addietro mentre era stato attivato un concorso (poi sospeso dalla maggioranza) che avrebbe colmato i vuoti di organico e che bisogna far ripartire.
Un bilancio che non consente di aprirsi al turn-over e all’assunzione di personale qualificato per il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che, a nome del gruppo, ha annunciato l’astensione sul voto del rendiconto.
Il presidente Pais, dopo aver ricordato che il rendiconto è stato approvato all’unanimità dell’ufficio di presidenza, ha messo in votazione il documento, che il Consiglio ha approvato. Successivamente è iniziato l’esame della Norma di attuazione che prevede l’istituzione del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione.
Il presidente della commissione autonomia Pier Luigi Saiu, ha sintetizzato i passaggi principali dell’iter del provvedimento, del quale ha auspicato la sollecita approvazione.
Per i Progressisti il consigliere Massimo Zedda ha precisato che, dopo l’approvazione della Norma di attuazione sarà necessaria una legge nelle quale, ha puntualizzato, dovrà essere precisato che la nomina del Collegio spetta al Consiglio, in modo da affermare la sua funzione di controllo. Messa ai voti, la Norma di attuazione è stata approvata.
A seguire l’Aula ha iniziato la discussione del Testo unificato in materia di energia. Per il relatore di maggioranza Piero Maieli “il testo si inquadra nel processo di riforma della politica energetica richiesta dalla Ue che assegna un ruolo importante agli enti locali su diffusione delle energie rinnovabile, sicurezza delle forniture a costi accessibili per cittadini ed imprese e minore impatto ambientale, nell’ottica della promozione dello sviluppo sostenibile. Da questo punto di vista – spiega – il piano energetico regionale rappresenta lo strumento fondamentale che consentirà di raggiungere gli obiettivi programmati del superamento delle fonti di energia fossili, dell’efficienza della rete distributiva, della promozione del reddito energetico regionale su uso locale proveniente da rinnovabili, della lotta alla povertà energetica con sostegno alle famiglie bisognose, della riduzione dei consumi e dei costi in bolletta, creando infine le migliori condizioni per uno sviluppo del territorio caratterizzato da filiere energetiche locali”.
Il relatore di minoranza Gian Franco Satta, dei Progressisti, ha invece messo l’accento sullo sgarbo istituzionale da parte della maggioranza “che ha ignorato il lavoro del nostro gruppo, perché in un primo momento la commissione ha votato all’unanimità la nostra proposta mentre dopo è arrivato il testo della Giunta (praticamente identico) al quale è seguita la scelta della maggioranza di ritornare in commissione”. “Con tutte le vertenze aperte presso l’assessorato dell’Industria – ha protestato Satta – non c’era nessun bisogno di ignorare il lavoro fatto da altri, fermo restando che dopo questa legge la Regione dovrà ridurre le emissioni e costi per i cittadini, valorizzando le buone esperienze di smart city, come Berchidda e Benetutti. Nel Pnrr – ha concluso l’esponente dei Progressisti – ci sono 70 miliardi per le comunità energetiche, anche per piccoli comuni a rischio spopolamento”.
La discussione generale sul Testo unico in materia di energia è proseguita con l’intervento di Maria Laurà Orrù, secondo la quale “le comunità energetiche possono essere la carta vincente della de-carbonizzazione dell’Isola, sulla base di esperienze già presenti sul territorio dove crescono i comuni che si stanno avviano sulla strada delle rinnovabili e delle reti energetiche intelligenti per cittadini ed imprese. Questo processo – ha aggiunto – può essere una buona occasione per il Governo regionale che però non è stata colta perché sono mancate scelte coraggiose ed investimenti concreti nel settore, in particolar modo perché le risorse disponibili andrebbero integrate con un fondo destinato ai comuni che vogliono costituire comunità energetiche. La legge, in definitiva, può essere per la Orrù il primo passo per restituire dignità energetica alla Sardegna, purché a livello centrale non si voglia trasformare l’Isola in un hub energetico per tutti senza garanzie per il territorio e senza il rispetto di ambiente e paesaggio”.
Secondo Piero Comandini del gruppo del PD, la legge è importante perché riguarda un tema decisivo che avrebbe meritato maggiore attenzione da parte del Consiglio: “Il volano per molte politiche produttive e sociali si chiama energia. Questa è una discussione importante che però si svolge in un’Aula annoiata. Forse non ci si rende conto di ciò che accadrà nei prossimi mesi”. Comandini si è poi rivolto all’assessore all’Industria Anita Pili: “La risposta della Giunta alla questione energetica è sbagliata. Non bastano le comunità e il reddito energetico. A cinque anni di distanza dall’approvazione dell’ultimo piano energetico regionale servirebbe altro. Per l’esponente del Pd, il Testo Unico in discussione sconta alcuni errori: “Voi della maggioranza avete sempre il solito vizio: presentate leggi senza copertura finanziaria. Anche per questa non avete stanziato un euro. Le leggi senza coperture finanziarie non si possono attuare. Non potete continuare a fare le nozze con i fichi secchi”.
Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha quindi chiesto una breve sospensione della seduta per capire come procedere nella discussione alla luce dei numerosi emendamenti presentati al testo. Alla richiesta di Mula si è unito anche il capogruppo di Leu Daniele Cocco. La richiesta è stata accolta dal presidente Pais che ha dichiarato chiusa la discussione generale e sospeso la seduta. Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato il rinvio in commissione del Testo Unico sull’energia per l’esame degli emendamenti.
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