Il Comune di Roma “chiude” la piazza del Campidoglio per Emanuela Orlandi.
Il sit in per la commemorazione del rapimento di Emanuela Orlandi non si terrà al Campidoglio. A confermarlo, con un lungo post sulla propria pagina facebook, è stato lo stesso Pietro Orlandi.
Una vera e propria entrata a gamba tesa contro l’Amministrazione Gualtieri, tiratasi (inspiegabilmente) indietro dopo aver espresso l’intenzione di voler ospitare la manifestazione per il 40° anno dalla scomparsa della Orlandi.
“Le cose – scrive Pietro Orlandi – non sono andate come mi sarebbe piaciuto. Avevo pensato di ripetere l’esperienza del 2012 quando chiesi al sindaco di allora, Gianni Alemanno, la possibilità di utilizzare la piazza del Campidoglio. Per questi quarant’anni mi sarebbe piaciuto ripetere la stessa esperienza”. Post che prosegue nel merito della presunta “sudditanza psicologica” del sindaco capitolino: “Tramite una persona mi fu concesso subito un incontro con il sindaco Gualtieri al quale ovviamente parlarono della mia proposta che, a quanto mi dissero, fu accolta molto positivamente. L’appuntamento con il sindaco Gualtieri – prosegue – era per il 26 aprile però, nel frattempo, le polemiche e il fango organizzato che mi fu lanciato addosso dal Vaticano e certi organi di stampa, cambiarono tutto. Pochi giorni prima dell’appuntamento del 26 aprile infatti mi comunicarono che “l’incontro era stato rimandato per impegni del sindaco. Poi dalla segreteria del sindaco comunicarono che “in riferimento al quarantennale della scomparsa di Emanuela Orlandi, il Campidoglio preferisce soprassedere in vista del Giubileo”.
Decisamente una brutta pagina di amministrazione quella offerta dal sindaco Gualtieri e, a cascata, dallo stesso Partito Democratico, data l’assenza di alcuna stigmatizzazione verso l’operato del primo cittadino.
Un rappresentante delle istituzioni italiane (non di quelle vaticane), il cui passo indietro dovrebbe essere censurato per usare un eufemismo: “E’ meglio che il Campidoglio non ricordi l’ingiustizia fatta ad una ragazzina per non rischiare di incrinare i rapporti col Vaticano? Sono amareggiato da questo atteggiamento remissivo che decisamente non fa fare una bella figura al primo cittadino di Roma – ha aggiunto Orlandi -. Purtroppo quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, che pensavo non esistesse più, è sempre molto presente”.
Nonostante la condotta dei “prostrati al bacio della sacra pantofola”, il sit-in, come ricordato dal fratello di Emanuela, si farà “sicuramente non al Campidoglio ma probabilmente nel piazzale davanti Castel Sant’Angelo. Appena avrò le conferme e le autorizzazioni lo comunicherò immediatamente”.
foto www.facebook.com/pietro.orlandi.14