Il CdM impugna le leggi sul Piano Casa e Ppr, Manca: “Doppia bacchettata per la Giunta regionale”.
Ieri, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha esaminato quarantuno leggi delle Regioni e delle Province autonome, deliberando per la Sardegna, l’impugnazione di due leggi regionali: la n. 17 e la n. 21, rispettivamente, la legge sul Piano Casa e sull’interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale.
Per quanto concerne la legge regionale n. 17 del 24 giugno 2020, recante “Modifiche alla legge regionale n. 22 del 2019 in materia di proroga di termini”, il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare l’atto in quanto l’articolo 1, relativo agli interventi edilizi, eccede dalle competenze statutarie, in violazione dell’articolo 3 dello Statuto speciale della Regione, invadendo altresì la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela del paesaggio, di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s), e all’articolo 9 della Costituzione.
Sulla legge regionale n. 21 del 13 luglio 2020, recante “Norme di interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale”, il CdM, invece, ha riscontrato la violazione dell’articolo 1 della legge riguardante il piano paesaggistico, degli articoli 9, 97 e 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione, che riserva alla competenza statale la tutela dell’ambiente e del paesaggio.
Per la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Desirè Manca si tratterebbe di “doppia bacchettata dal Consiglio dei Ministri” per la Giunta regionale che, dall’inizio dell’anno, subisce la settima impugnazione di legge.
“Numeri importanti – ha proseguito la consigliera Manca – che descrivono esaustivamente la coalizione che, nonostante l’acceso scontro consumatosi in Aula, ha deciso di tirate diritto. Una coalizione che tra maldestri passi in avanti e repentine retromarce ormai i sardi hanno imparato a conoscere”.
“Non ci aspettavamo nulla di diverso – sottolinea la capogruppo del M5S Desirè Manca – lo abbiamo sostenuto sin da una prima lettura del testo, e ribadito con forza in Aula, che la legge di interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale sarebbe stata impugnata in quanto contrastante con la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema. Ci siamo battuti per bloccare questa pericolosa legge senza respiro, che avrebbe creato soltanto caos e messo a rischio i nostri beni identitari e le nostre coste, esposte da un giorno all’altro all’attacco di nuovi e vecchi cementificatori, interessati a poter offendere con nuovi metri cubi di cemento la fascia costiera della Sardegna. Ma evidentemente caos e cemento sono il fine ultimo di questa maggioranza e del mondo che le ruota attorno”.
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