Il cambiamento climatico in Europa e strategie UE

Chi produce più emissioni nell’UE? Che effetti provoca il cambiamento climatico e quali sono gli obiettivi di riduzione dei gas serra in Europa? I gas effetto serra rimangono nell’atmosfera per un periodo che varia da alcuni a migliaia di anni. Il loro impatto ha una portata globale.

L’Unione europea, con circa 4.5 milioni di chilotonnellate di CO2 (anidride carbonica), è terza al mondo per emissioni di gas serra dopo la Cina, che ne produce 13 milioni, e gli Stati Uniti con 6.5 milioni . 

L’uso di energia è responsabile del 80% delle emissioni di gas effetto serra, circa un terzo del quale attribuibile ai trasporti. La quota rimanente di emissioni proviene per il 8,72% dall’agricoltura, per il 7,82% dai processi industriali e di utilizzo del prodotto e per il 2,75% dalla gestione dei rifiuti.

Per quanto riguarda i singoli stati membri dell’UE, i sei paesi che hanno prodotto più emissioni di gas serra negli ultimi anni sono stati la Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Polonia e Spagna. Sempre secondo i dati relativi agli ultimi anni, il settore energetico è stato responsabile per l’80.7% del totale delle emissioni, seguito dal settore agricolo (8.72%), dall’industria (7.82%) e dal settore dei rifiuti (2.75%).

Nel 2008 l’UE ha deciso di ridurre del 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. L’Europa sta rispettando gli impegni presi: nel 2015 le emissioni di gas serra sono diminuite del 22% se comparate a quelle del 1990.

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L’UE si è posta nel 2014 come nuovo obiettivo vincolante la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. Tuttavia, secondo le previsioni basate sulle emissioni effettive degli stati membri nel 2017 elaborate dall’Agenzia europea per l’ambiente, l’UE non riuscirà a raggiungere questo obiettivo. Si stima infatti che entro il 2030 la diminuzione sarà di circa il 30%.

Per contrastare i pericolosi cambiamenti climatici, i Paesi dell’UE hanno sottoscritto con l’Accordo di Parigi, l’intenzione di ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990.

Una delle strategie adottate per la riduzione delle emissioni dei gas serra è costituita dal sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, che punta a ridurre le emissioni di carbonio prodotte dall’industria obbligando le aziende ad avere un permesso per ogni tonnellata di CO2 emessa. Le aziende devono acquistare i permessi attraverso delle aste. Esistono anche alcuni incentivi per promuovere l’innovazione nel settore.

Il sistema di scambio di quote di emissione ETS dell’UE oggi regolamenta circa il 45% di tutte le emissioni di gas effetto serra dell’UE e riguarda approssimativamente 11.000 tra centrali energetiche e impianti industriali all’interno dell’Unione europea. L’obiettivo è quello di arrivare a ridurre le emissioni del 43% rispetto ai livelli del 2005.

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Un’altra strategia dell’UE riguarda la riduzione delle emissioni delle automobili. E’ stato stimato che il 15% delle emissioni di CO2 in Europa è prodotto dalle auto e dai furgoni. Il Parlamento europeo ha approvato una normativa che riduce gli standard delle emissioni delle automobili. Le nuove norme adottate stabiliscono gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per le nuove auto e per i nuovi furgoni, pari rispettivamente al 37,5% e al 31%, da raggiungere entro il 2030. Il 18 aprile 2019 gli eurodeputati hanno anche approvato la proposta di tagliare, entro il 2030, le emissioni di CO2 dei nuovi autocarri del 30% rispetto ai livelli del 2019. 

Ambiente EuropaGli stati membri hanno stabilito degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni secondo gli obblighi previsti dalla Decisione sulla condivisione dello sforzo per ridurre le emissioni in altri settori, quali edilizia abitativa, agricoltura, rifiuti e trasporti, escluso il settore dell’aviazione. Nel 2016 le emissioni provenienti dai settori che rientrano nel campo di applicazione di questa direttiva sono state inferiori dell’11% rispetto al 2005, superando l’obiettivo del 10% stabilito per il 2020.

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L’attività dell’UE per contrastare le emissioni di CO2 negli ultimi decenni si è focalizzata anche in altri settori, come l’agricoltura, l’edilizia, trasporti e la gestione dei rifiuti che costituiscono circa il 60% delle emissioni totali dell’UE. Questi settori non fanno parte del sistema di scambio di quote. L’obiettivo di riduzione per le emissioni in questo caso è del 30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. E’ stato deciso dai Paesi dell’UE che la riduzione avverrà attraverso degli obiettivi concordati di emissione nazionali calcolati sulla base del prodotto interno lordo (PIL) pro-capite. 

Negli ultimi tempi anche le foreste hanno assunto un ruolo sempre più importante per la riduzione dei gas serra emessi dall’UE. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente le foreste dell’UE sono in gradi di assorbire l’equivalente di circa il 10.9% di tutti i gas serra emessi dall’UE ogni anno. Vista la potenzialità di successo attraverso una morigerata gestione delle foreste l’Unione europea è intenzionata a usare questa capacità per combattere il cambiamento climatico. La legislazione punta a prevenire le emissioni causate dalla deforestazione obbligando ogni stato membro UE a compensare le emissioni di CO2 causate dai cambiamenti delle destinazioni d’uso dei terreni attraverso una migliore gestione delle foreste o un loro aumento.

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