Identità e Democrazia: “Tensioni etniche in Bosnia-Erzegovina”.

Non sembra avere pace la popolazione della Bosnia Erzegovina secondo le eurodeputate del gruppo Identità e Democrazia Stefania Zambelli, Simona Baldassarre e Anna Bonfrisco, dopo la decisione del partito bosniaco-musulmano di volere modificare la morfologia delle istituzioni nazionali.

“A settembre del 2019 il maggior partito bosniaco-musulmano ha manifestato l’intenzione di modificare il fragile assetto istituzionale del giovane Stato, aggirando di fatto gli accordi di Dayton e Washington. Tale intenzione, presentata sotto forma di dichiarazione scritta, ha scatenato le reazioni delle altre minoranze etniche, che hanno denunciato il partito, accusandolo di voler violare la Costituzione e di mirare a un nuovo conflitto. Accanto a questa situazione già incandescente – per le firmatarie dell’interrogazione -, vi sono i flussi migratori che percorrono i corridoi balcanici per raggiungere l’Europa e che, inevitabilmente, creano altra tensione.

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Nel provvedimento le eurodeputate hanno chiesto il parere della Commissione in merito alle dichiarazioni del partito bosniaco-musulmano e sulle presunte violazioni dei diritti umani per motivi razziali e religiosi che si starebbero consumando nel Paese balcanico.

A nome della Commissione europea è intervenuto, in risposta all’interrogazione delle esponenti di ID, l’Alto Rappresentante Josep Borrell che ha confermato l’interesse dell’UE per gli sviluppi delle vicende interne della Bosnia-Erzegovina: “L’UE segue da vicino la situazione politica in Bosnia-Erzegovina e incoraggia vivamente e
costantemente tutti i partiti politici ad astenersi da una retorica o interventi divisivi e a lavorare insieme per attuare le riforme necessarie”.

“L’adesione all’UE – ha proseguito Borrell – è un obiettivo politico comune per la Bosnia-Erzegovina e, in quanto tale, un importante fattore di cambiamento. Il parere della Commissione del maggio 2019 sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all’UE, approvato dal Consiglio dell’Unione europea nel dicembre 2019, riporta 14 priorità fondamentali e una chiara tabella di marcia affinché le autorità del Paese possano progredire sul cammino verso l’UE. Nell’ultimo anno l’UE ha lavorato in stretta collaborazione per incoraggiare tutti i partiti politici della Bosnia-Erzegovina a progredire nella realizzazione delle priorità elencate nel parere e questo impegno ha consentito di compiere alcuni importanti passi avanti. Grazie anche all’intermediazione dell’UE, nel dicembre 2019 è stato nominato un nuovo Consiglio dei ministri della Bosnia-Erzegovina. Nell’aprile 2020 anche la presidenza della Bosnia Erzegovina si è impegnata a guidare il processo di riforma per soddisfare le priorità fondamentali indicate nel parere. Un primo risultato saliente è stata l’adozione, nel luglio 2020, di modifiche legislative che consentiranno ai residenti di Mostar, per la prima volta in 12 anni, di partecipare alle prossime elezioni locali. Ciò dimostra che l’obiettivo di progredire nel cammino verso l’UE può svolgere un ruolo cruciale nell’incoraggiare i leader politici in Bosnia-Erzegovina a lavorare insieme, assumersi la titolarità politica e risolvere questioni spinose”.

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“Nel ‘pacchetto allargamento 2020’ la Commissione riferirà sui progressi compiuti dalla Bosnia-Erzegovina nel conseguimento delle 14 priorità fondamentali che, tra l’altro, riguardano la democrazia/funzionalità, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali”.

foto Laurie Dieffembacq © European Union 2020 – Source : EP

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