I rischi individuati dalla Corte dei conti europea per l’attuazione dei piani di ripresa.
Nel 2021, come risaputo, è stato istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) allo scopo di mitigare l’impatto economico e sociale della pandemia di Covid-19. Secondo una relazione speciale pubblicata dalla Corte dei conti europea, la valutazione della Commissione è in genere adeguata, ma il successo dell’attuazione dei PNRR rimane a rischio, a causa ad esempio di traguardi e obiettivi poco chiari.
“Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è uno strumento unico nel suo genere per sostenere le riforme e gli investimenti degli Stati membri e, quindi, la loro ripresa e resilienza”, ha affermato Ivana Maletić, il Membro della Corte responsabile dell’audit. “L’erogazione tempestiva del sostegno è cruciale, ma non deve avvenire a scapito della sana gestione finanziaria. Occorrono una totale trasparenza e controlli efficaci per far sì che i fondi UE siano destinati alle finalità previste e producano gli effetti auspicati”.
La Corte ha esaminato il procedimento adottato dalla Commissione per valutare i PNRR e gli orientamenti forniti agli Stati membri in tale contesto. Per sei Stati membri (Germania, Grecia, Spagna, Francia, Croazia e Italia), ha verificato inoltre se detto procedimento avesse assicurato la conformità alle condizioni sancite dal dispositivo per la ripresa e la resilienza.
La Corte ha ritenuto la valutazione generalmente adeguata. La Commissione ha basato la propria valutazione su liste di controllo e orientamenti interni esaustivi. Questi, però, non sono stati utilizzati dal personale della Commissione in modo sistematico o uniforme per la valutazione qualitativa, il che rende ardua talvolta la tracciabilità dell’esercizio.
Secondo la Corte, vi sono i presupposti perché i PNRR contribuiscano ai settori di intervento pertinenti dell’RRF, anche se in misura variabile e con un impatto ancora da vedere nella pratica. Analogamente alla conclusione cui è giunta la Commissione nella propria valutazione, la Corte ritiene improbabile che una qualsiasi delle misure presenti nel campione di audit arrechi un danno significativo all’ambiente. Tuttavia, nei PNRR non sono state incluse sistematicamente misure di mitigazione dell’impatto ambientale sotto forma di traguardi o obiettivi.
La valutazione della Commissione ha migliorato la qualità dei traguardi e degli obiettivi, rileva la Corte. Nondimeno, alcuni di essi non erano chiari e non erano associati alle fasi di attuazione fondamentali; inoltre, non è stato sempre adottato un approccio armonizzato tra i vari Stati membri. La valutazione dei costi stimati eseguita dalla Commissione ha risentito di una carenza di informazioni per determinate misure, nonché del fatto che i profili di erogazione sono stati determinati sulla base delle trattative condotte e non dei costi sottostanti.
In aggiunta, la Corte ha verificato se la valutazione della Commissione abbia fatto sì che i PNRR rispondessero a tutte o a un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese formulate nel contesto del semestre europeo, ossia del ciclo UE di coordinamento delle politiche economiche, sociali, di bilancio e del lavoro. La Corte ha osservato che il concetto di “sottoinsieme significativo” delle raccomandazioni specifiche per paese non è definito e che, pertanto, rimane in qualche misura discrezionale, specie nei casi in cui la Commissione ha rilevato lacune. La Corte ha inoltre constatato che alcuni elementi delle raccomandazioni specifiche per paese non hanno ancora trovato risposta nei vari Stati membri del campione di audit.
Foto corte dei conti europea