I camici bianchi lasciano il Paese: negli ultimi 20 mesi esodo per oltre 10mila medici e infermieri.
Dal 1° gennaio 2023 al 31 agosto 2024, più di 10.320 tra medici, infermieri e altri professionisti sanitari italiani hanno chiesto di lasciare il nostro Paese. Lo ha rilevato una recente indagine dell’Amsi che ha lanciato l’ennesimo allarme per l’inarrestabile emorragia di operatori della sanità in Italia. Gap maggiormente rilevabile nelle aree di emergenza-urgenza, anestesia, ortopedia, neurochirurgia, chirurgia plastica, traumatologia, pneumologia, ginecologia, pediatria e dermatologia.
Dei circa 10320 professionisti che hanno fatto richiesta per conoscere le modalità e le opportunità per lavorare all’estero, il 54% sono medici, il 31% infermieri , il 10% fisioterapisti e il resto altri professionisti del nostro sistema sanitario, come Podologi, Logopedisti, Psicologi, Dietisti, Tecnici radiologi.
“Nel biennio 2021-2022 – spiegano dall’Amsi – erano solo 4.700 i professionisti che presentarono richiesta per lasciare il nostro sistema sanitario, anche perché eravamo in un periodo davvero delicato in cui non era agevole muoversi per l’Europa e per il mondo, visto che stavamo uscendo dalla Pandemia. Si può comprendere, di conseguenza, la natura di tale dato”.
Tra i meno soddisfatti i giovani operatori della sanità italiana e i lavoratori del comparto pubblico, dai quali arriva l’82% delle richieste di emigrazione.
Le regioni ai primi posti per le richieste di fuga, giunte ad Amsi, sono il Lazio, con l’area di Roma al primo posto, e poi Veneto, Lombardia, Toscana, Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria, Umbria e Trentino.
Per quanto riguarda le preferenze delle nazioni dove vagliare la possibilità di lavorare, richiedendo di conseguenza, a noi di Amsi, informazioni sulle offerte presenti, il 95% delle richieste riguarda, negli ultimi anni, i Paesi del Golfo, seguiti da alcuni Paesi europei dove gli stipendi superano di almeno il doppio quelli italiani.
Le ragioni che inducono i professionisti che si relazionano con Amsi per valutare di lasciare la sanità italiana, sono principalmente la stanchezza, il piaga della medicina difensiva, la scarsa sicurezza economica, le deboli prospettive di carriera e il rischio sempre più concreto di subire aggressioni, con il 55% dei professionisti che dichiara di avere subito almeno una volta una volta una violenza fisica o psicologica.
Operatori, nell’attuale scenario, che possono cadere potenzialmente nella trappola delle pseudo-agenzie di collocamento estere: Negli ultimi 5 anni sono nate più di 7mila tra agenzie e “pseudo esperti”, con le loro pagine Facebook e i loro canali social, che affermano di essere specializzati nel reclutamento di personale sanitario nel mondo, qualificandosi come prestigiose agenzie di lavoro e di mediazione – aggiungono dall’Amsi -. Bisogna stare attenti, il 60% di agenzie e il 70% di soggetti singoli sono in realtà “venditori di fumo”. Molte direzione di ospedali nei paesi del Golfo si sono rivolti a noi per fare chiarezza, affermando pubblicamente di non aver mai avviato ricerche di personale interno. Per questo noi avvertiamo sempre i professionisti di diffidare da queste agenzie, seguendo, per la ricerca di lavoro, solo ed esclusivamente i canali istituzionali”.