Guerra in Ucraina: il PE sblocca fondi di emergenza per i rifugiati

Ieri, con 562 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni, il PE ha dato il via libera alla redistribuzione dei finanziamenti regionali e di asilo ai Paesi UE che ospitano le persone in fuga dall’invasione russa dell’Ucraina. Saranno 10 i miliardi di euro aggiuntivi per l’accoglienza delle persone in fuga dall’Ucraina.

Secondo l’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), più di 3 milioni di persone hanno lasciato il paese da quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio, la maggior parte delle quali si è diretta verso i Paesi limitrofi.

L’aggiornamento delle regole dei fondi UE dovrebbe permettere una rapida riassegnazione dei finanziamenti per aiutare i Paesi UE e le loro regioni a fornire un sostegno di emergenza (alloggio temporaneo, cibo e acqua, cure mediche o istruzione) alle persone in fuga dall’aggressione russa in Ucraina. Ai fondi già disponibili, potrebbero aggiungersi quelli della politica di coesione 2014-2020 che non sono ancora stati assegnati o spesi, e ulteriori 10 miliardi di euro da “REACT-EU”.

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Tali fondi, i fondi di coesione UE – sostengono gli investimenti che favoriscono la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione, cercando di porre rimedio alle disuguaglianze tra regioni.

A partire dal 24 febbraio, data che segna l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, I Paesi UE possono chiedere all’Unione retroattivamente l’importo investito per utilizzarlo per aiutare i rifugiati ucraini. L’UE dovrebbe essere in grado di finanziare il 100% dei fondi di coesione (invece dell’85%) spesi dai Paesi UE per un altro anno, da metà 2021 a metà 2022.

In una votazione separata, i deputati hanno esteso di un anno (fino alla metà del 2024) il periodo per utilizzare i due fondi Asilo, migrazione e integrazione e Sicurezza interna per concedere ai Paesi UE un rapido accesso alle risorse inutilizzate. Potrebbero essere liberati fino a 420 milioni di euro e investiti in alloggi, cibo, assistenza sanitaria o personale aggiuntivo.

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La proposta di Regolamento dovrà ora essere adottata formalmente dal Consiglio UE.