Green Deal europeo: il pacchetto di proposte della Commissione europea sul clima. Dal 2035 stop alla produzione di auto a benzina-diesel.
Ieri la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte per rendere le politiche dell’UE in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità idonee a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Obiettivo fondamentale affinché l’Europa diventi il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e si concretizzi il Green Deal europeo: il piano presentato dalla Commissione l’11 dicembre 2019.
Le proposte della Commissione consentiranno di imprimere l’accelerazione necessaria alle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra nel prossimo decennio e le proposte legislative associano l’applicazione dello scambio di quote di emissione a nuovi settori e il rafforzamento dell’attuale sistema di scambio di quote di emissione dell’UE. Ancora, un aumento dell’uso di energie rinnovabili, una maggiore efficienza energetica e l’allineamento delle politiche fiscali con gli obiettivi del Green Deal europeo.
Il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS), in particolare, fissa un prezzo per il carbonio e riduce ogni anno il limite massimo applicabile alle emissioni di determinati settori economici. Negli ultimi 16 anni questo sistema ha consentito di ridurre del 42,6 % le emissioni provenienti dalla produzione di energia elettrica e dalle industrie ad alta intensità energetica.
La Commissione propone inoltre di eliminare gradualmente le quote di emissioni a titolo gratuito per il trasporto aereo, di allinearsi al sistema globale di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio per il trasporto aereo internazionale (CORSIA) e di includere per la prima volta nell’ETS dell’UE le emissioni generate dal trasporto marittimo. Per ovviare alla mancata riduzione delle emissioni nel trasporto stradale e negli edifici, è istituito un nuovo sistema separato di scambio delle quote di emissione per la distribuzione di carburante per il trasporto stradale e di combustibile per gli edifici. La Commissione propone inoltre di aumentare l’entità dei fondi per l’innovazione e la modernizzazione.
Per integrare la cospicua spesa destinata all’azione per il clima nel bilancio dell’UE, gli Stati membri dovrebbero spendere la totalità delle loro entrate derivanti dallo scambio di quote di emissione per progetti connessi al clima e all’energia. Una parte specifica delle entrate provenienti dal nuovo sistema per il trasporto stradale e gli edifici dovrebbe essere destinata ad ovviare all’eventuale impatto sociale per le famiglie, gli utenti dei trasporti e le microimprese vulnerabili.
Ancora, molto importante, il regolamento sulla condivisione degli sforzi che assegna a ciascuno Stato membro obiettivi rafforzati di riduzione delle emissioni per quanto riguarda gli edifici, il trasporto stradale e il trasporto marittimo interno, l’agricoltura, i rifiuti e le piccole industrie.
Per ridurre il consumo globale di energia, diminuire le emissioni e affrontare la povertà energetica, la direttiva sull’efficienza energetica fisserà, inoltre, un obiettivo annuale vincolante più ambizioso di riduzione del consumo di energia. Alla luce di questo obiettivo si fisseranno i contributi nazionali raddoppiando praticamente l’obbligo annuo in termini di risparmio energetico per gli Stati membri. Il settore pubblico sarà tenuto a ristrutturare il 3 % dei suoi edifici ogni anno in modo da incentivare la cosiddetta “ondata” di ristrutturazioni, creare posti di lavoro e ridurre il consumo di energia e i costi per i contribuenti.
Oltre allo scambio di quote di emissione, è necessario un insieme di misure per far fronte all’aumento delle emissioni nel settore dei trasporti stradali. Norme più rigorose in materia di emissioni di CO2 per le autovetture e i furgoni accelereranno la transizione verso una mobilità a emissioni zero, imponendo che le emissioni delle autovetture nuove diminuiscano del 55 % a partire dal 2030 e del 100 % a partire dal 2035 rispetto ai livelli del 2021. Di conseguenza, tutte le autovetture nuove immatricolate a partire dal 2035 saranno a zero emissioni. Per consentire ai guidatori di avere accesso ad una rete affidabile in tutta Europa per la ricarica o il rifornimento dei loro veicoli, la revisione del regolamento sull’infrastruttura per i combustibili alternativi imporrà agli Stati membri di aumentare la capacità di ricarica in linea con le vendite di autovetture a emissioni zero e di installare punti di ricarica e di rifornimento a intervalli regolari sulle principali autostrade: ogni 60 km per la ricarica elettrica e ogni 150 km per il rifornimento di idrogeno.
Il regolamento sull’infrastruttura per i combustibili alternativi prevede, altresì, che gli aeromobili e le navi abbiano accesso a energia elettrica pulita nei principali porti e aeroporti. L’iniziativa “ReFuelEU Aviation” obbligherà i fornitori di combustibili a aumentare la percentuale di carburanti sostenibili per l’aviazione nel carburante per gli aviogetti caricato a bordo negli aeroporti dell’UE, compresi i carburanti sintetici a basse emissioni di carbonio, noti come elettrocarburanti. Analogamente, l’iniziativa FuelEU Maritime incentiverà l’utilizzo di combustibili marittimi sostenibili e di tecnologie a zero emissioni fissando un limite massimo al tenore di gas a effetto serra dell’energia utilizzata dalle navi che fanno scalo nei porti europei.
Il sistema fiscale per i prodotti energetici deve salvaguardare e migliorare il mercato unico e sostenere la transizione verde fissando gli incentivi adeguati. La revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia propone di allineare la tassazione dei prodotti energetici alle politiche dell’UE in materia di energia e clima, promuovendo tecnologie pulite e eliminando le esenzioni obsolete e le aliquote ridotte che attualmente incoraggiano l’uso di combustibili fossili. Le nuove norme mirano a ridurre gli effetti nocivi della concorrenza fiscale in materia di energia, contribuendo a garantire agli Stati membri entrate derivanti da imposte “verdi” che sono meno dannose per la crescita rispetto alle imposte sul lavoro.
Infine, un nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere fisserà un prezzo del carbonio per le importazioni di determinati prodotti per garantire che l’azione ambiziosa per il clima in Europa non porti alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Ciò consentirà di garantire che le riduzioni delle emissioni europee contribuiscano a un calo delle emissioni a livello mondiale, e impedirà che la produzione ad alta intensità di carbonio si sposti fuori dall’Europa. Questo meccanismo mira inoltre a incoraggiare l’industria extra UE e i nostri partner internazionali ad adottare provvedimenti che vadano nella stessa direzione.
Mentre nel medio e lungo termine i benefici delle politiche climatiche dell’UE superano chiaramente i costi di questa transizione, le politiche climatiche rischiano di esercitare nel breve periodo un’ulteriore pressione sulle famiglie, gli utenti dei trasporti e le microimprese più vulnerabili. Le politiche contenute nel pacchetto ripartiscono, pertanto, equamente i costi della lotta e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Per Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea “l’economia basata sui combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti. Vogliamo lasciare alla prossima generazione un pianeta sano, nonché buoni posti di lavoro e una crescita che non danneggi la nostra natura. Il Green Deal europeo è la nostra strategia di crescita che si sta muovendo verso un’economia decarbonizzata. L’Europa è stata il primo continente a dichiarare l’obiettivo delle propria neutralità climatica nel 2050 e ora siamo i primi a presentare una tabella di marcia concreta. L’Europa guida il dibattito sulle politiche climatiche attraverso l’innovazione, gli investimenti e la compensazione sociale”.
D’accordo con il nuovo piano anche il Commissario per l’Economia Paolo Gentiloni: “I nostri sforzi per affrontare i cambiamenti climatici devono essere politicamente ambiziosi, coordinati a livello globale e socialmente equi. Stiamo aggiornando le nostre norme in materia di tassazione dell’energia, che risalgono a venti anni fa, per incoraggiare l’uso di carburanti più ecologici e frenare la concorrenza fiscale nel settore dell’energia che produce effetti dannosi. Proponiamo inoltre un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere che allineerà il prezzo del carbonio per le importazioni a quello applicabile all’interno dell’UE. Nel pieno rispetto degli impegni assunti nell’ambito dell’OMC, ciò garantirà che le nostre ambizioni in materia di clima non siano compromesse da imprese straniere soggette a obblighi ambientali meno rigorosi. Incoraggerà inoltre l’adozione di norme più ecologiche al di fuori dei nostri confini. Bisogna agire adesso: si tratta dell’ultima occasione. Ogni anno, la terribile realtà dei cambiamenti climatici diventa più evidente: oggi ribadiamo la nostra determinazione ad agire prima che sia davvero troppo tardi”.
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