Grandi dighe. La Regione Sardegna entra nel Comitato nazionale.
“Promuovere e agevolare lo studio di tutti i problemi connessi con le dighe, la loro realizzazione e il loro esercizio perché le conoscenze e le competenze in materia, vista l’importanza di queste infrastrutture per una regione povera di risorse idriche naturali come la Sardegna, devono necessariamente adeguarsi e specializzarsi”. Così l’Assessore regionale dei Lavori Pubblici Roberto Frongia a proposito dell’adesione da parte della Regione al Comitato nazionale italiano per le gradi dighe, ITCOLD, che partecipa anche alla Commissione Internazionale per le Grandi Dighe.
“L’approvvigionamento della Sardegna dipende per oltre il 75% da invasi artificiali – continua Frongia – Questo significa che le dighe e i sistemi idrici ad esse connessi necessitano costantemente di aggiornamento e confronto sia in relazione alle problematiche tecniche legate all’insorgere di anomalie di funzionamento e sia a quelle legate alla migliore gestione degli impianti in termini di sicurezza e affidabilità”. In quest’ottica l’esercizio e la vigilanza degli sbarramenti e dei relativi bacini di accumulo assume un’importanza prioritaria.
“In linea con i principi che guidano l’operato della Regione – che riconosce l’acqua quale patrimonio da tutelare in quanto risorsa limitata di alto valore ambientale, culturale, economico e l’accesso all’acqua quale diritto umano – abbiamo ritenuto strategica l’adesione al Comitato nazionale, anche e soprattutto in previsione dei piani di indirizzo e delle relative risorse che verranno messi in campo per rendere efficienti le dighe sarde, la cui capienza risulta in alcuni casi compromessa dalla necessità di interventi di manutenzione straordinaria rimandati nel tempo e non più procastinabili”, ha concluso l’esponente della Giunta Solinas.