Gli USA stigmatizzano il “presunto” invio di missili iraniani a Mosca e mandano bombe al grappolo in Ucraina.

Il bue che dice cornuto all’asino. Un modo di dire che ben si può adattare alla narrazione statunitense (ed europea) sulle presunte forniture militari dell’Iran a favore della Russia. Stato islamico, come più volte confermato con numerose note stampa, che ha dichiarato di non voler sostenere militarmente nessuna della parti in campo.

Conferme, però, inattendibili per i “paladini della democrazia” degli Stati Uniti e dell’Unione europea che, negli ultimi tempi, hanno attivato la solita “macchina di informazione” per convincere l’opinione pubblica americana ed europea sull’invio di missili da Teheran a Mosca.

Media outlet occidentali, però, che hanno largamente omesso, contestualmente, di citare i dati del rapporto annuale del Cluster Munition Monitor, secondo il quale “l’Ucraina ha acquisito munizioni a grappolo dagli Stati Uniti tra il mese di luglio 2023 e aprile 2024”.

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Trasferimenti, però, smentiti da Washington che, va rimarcato, non risulta essere tra i firmatari dell’accordo internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo…

Eppure, lo scorso 7 luglio e il 21 settembre 2023, così come il 12 marzo 2024, gli Stati Uniti avevano annunciato la consegna di razzi da 155 mm con testate a grappolo all’Ucraina. Stesso discorso per la consegna di missili ATACMS con testate a grappolo, annunciata a Washington il 17 ottobre 2023 e il 24 aprile 2024.

Consegne, per concludere, criticate anche dall’ONU e dalla Commissione Militare Centrale della Cina.

foto Elizabeth Kearns Defense.gov