Gli squilibri macroeconomici determinati dal surplus commerciale della Germania

Surplus commerciale e Paesi UE, ovvero figli e figliastri in merito all’attivazione della procedura per gli squilibri eccessivi prevista dal capo III del regolamento n. 1176/2011, per l’eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia Antonio Maria Rinaldi: “Dal 2012 il surplus della Germania supera il target del +6%, che rappresenta la soglia massima indicata dalla Commissione europea nell’ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici del cosiddetto “six-pack”, specificatamente nel regolamento n. 1176/2011″.

“Nell’ultima relazione 2020 della Commissione sul meccanismo di allerta, la Germania è ancora considerata in squilibrio, ma non in squilibrio eccessivo; pertanto, nonostante sarà sottoposta a un esame approfondito, non si attiverà la procedura per gli squilibri eccessivi prevista dal capo III del suddetto regolamento n. 1176/2011 – si legge nel testo dell’interrogazione di Rinaldi”.

L’indicatore riferito al saldo delle partite correnti/PIL, per l’eurodeputato del gruppo ID, non sembrerebbe essere tenuto in debito conto nell’ambito del quadro valutativo da parte della stessa Commissione: “Un riequilibrio simmetrico delle posizioni delle partite correnti contribuirebbe a superare l’attuale contesto di ridotta inflazione e di bassi tassi d’interesse, sostenendo al contempo la crescita nominale e promuovendo quindi la riduzione dell’indebitamento e il riequilibrio delle posizioni dei paesi debitori netti”.

LEGGI ANCHE:  Elezioni europee, Pietro Bartolo: "Fenomeno migratorio è un'opportunità, una ricchezza".

Per Paolo Gentiloni, intervenuto a nome dell’Esecutivo von der Leyen: “Nell’ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, sono utilizzati indicatori specifici per svolgere esami approfonditi che fungano da base per la Commissione al fine di proporre eventuali follow-up. Non vi è un mero automatismo tra il comportamento di un indicatore e le fasi successive”.

Paolo Gentiloni, foto Copyright Parlamento Europeo“Il regolamento (UE) 1176/2011 – richiamato nell’interrogazione di Antonio Maria Rinaldi – afferma che ‘date le vulnerabilità e le dimensioni dell’aggiustamento richiesto, l’intervento politico è particolarmente urgente negli Stati membri che presentano costantemente notevoli disavanzi della bilancia commerciale e perdite di competitività. Inoltre, negli Stati membri che accumulano avanzi elevati delle partite correnti, le politiche dovrebbero mirare a individuare e ad attuare misure che contribuiscano a rafforzare la domanda interna e il potenziale di crescita’ e che ‘la valutazione degli Stati membri con profondi disavanzi delle partite correnti può essere differente da quella di Stati membri che hanno accumulato ampi avanzi delle partite correnti’. Ciò riflette il fatto che forti disavanzi delle partite correnti e un debito estero elevato comportano rischi economici e finanziari negativi”.

LEGGI ANCHE:  UE. Silvia Sardone: "L'esenzione IMU prima casa non è molto apprezzata".

“La Commissione – per il Gentiloni – monitora attentamente il processo di riequilibrio nella zona euro. Sebbene i disavanzi delle partite correnti che si sono prodotti a seguito della crisi finanziaria del 2008 siano stati ampiamente corretti, ciò non è stato sufficiente a ridurre i volumi accumulati di debito estero, spesso accompagnati da livelli persistentemente elevati di debito pubblico e privato. Al contempo, gli avanzi consistenti delle partite correnti, che rispecchiano una forte competitività, ma anche risparmi superiori agli investimenti, sono leggermente diminuiti”.

“Nel caso della Germania, l’avanzo delle partite correnti è sceso dal suo massimo dell’8,6 % del prodotto interno lordo, raggiunto nel 2015, al 7,1 % nel 2019. Secondo le previsioni di primavera 2020, nel contesto della recessione dovuta alla Covid-19, dovrebbe scendere ulteriormente a circa il 6 % nel 2020, un livello che non si osservava da sette anni, per poi risalire nel 2021. Lo squilibrio interno tra risparmi e investimenti, in aumento dal 2008, ha raggiunto un punto di svolta nel 2016. Da allora l’accreditamento netto del settore privato si è ridotto, principalmente per effetto del calo nella posizione di accreditamento netto delle società non finanziarie, ma è stato in parte compensato da un aumento dell’avanzo pubblico fino al 2018″.

LEGGI ANCHE:  SURE, Gianantonio Da Re: "Quali Stati hanno provveduto al versamento delle garanzie previste dal regolamento?".

foto Copyright European Union.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *