Gli ‘spiccioli’ per le politiche giovanili. Ministra Dadone: “Più che raddoppiato il fondo per le politiche giovanili”.

“La pandemia ha colpito i giovani più di ogni altra categoria sociale, per questo ho voluto che si aumentasse in maniera consistente, per una somma di 35 milioni, il fondo per le politiche giovanili 2021”. Con queste parole il Ministro delle Politiche Giovanili Fabiana Dadone ha voluto evidenziare l’incremento del fondo per contrastare i fenomeni di disagio giovanile. Somme che saranno suddivise per il 51% tra regioni, comuni e province, mentre il restante 49% sarà gestito direttamente del Dipartimento per le politiche giovanili.

Risorse, in particolare, che andranno per circa 16,9 milioni di euro al finanziamento di progetti nazionali, poco più di 9 milioni invece, per le misure e progetti destinati alle Regioni e alle Province Autonome, 7,6 milioni per le azioni promosse dai comuni e città metropolitane e, a conferma della risibilità dell’intervento, 1 milione per i progetti destinati ai giovani dell’Unione delle province d’Italia.

“Oggi la politica ha dato prova eccellente lavoro – sottolinea la ministra – l’intesa raggiunta con le regioni e gli enti locali ha permesso di raddoppiare i finanziamenti destinati al fondo per il contrasto al disagio giovanile post- Covid”.

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35 milioni, che, secondo il Ministero guidato da Fabiana Dadone, dovrebbero finanziare iniziative di promozione della cultura imprenditoriale dei giovani attraverso attività di orientamento, formazione sulla cultura di impresa, promozione di business innovativi e forme di autoimpiego, inclusa l’erogazione di voucher per stage presso imprese e start up e per percorsi di formazione anche all’estero. Percorsi dispendiosi e autoreferenziali, come spesso avviene nel nostro Paese, che esprimeranno tutta la loro inutilità al momento della ricerca del credito per i giovani aspiranti imprenditori. Corsi, che con molta probabilità, non spiegheranno ai ‘futuri’ startupper italiani che senza capitali propri non sarà possibile aprire alcuna azienda. Ma almeno il famoso ‘cerchio della formazione di impresa’ sarà rimpinguato: peccato poi se la formazione per i giovani non andrà oltre il mero esercizio intellettuale nell’ambito dell’imprenditorialità giovanile.

“Quello passato – continua la ministra – è stato un anno molto difficile per i nostri giovani, i progetti faranno da volano ad azioni di rilancio sociale, attraverso la promozione di interventi che offrano percorsi di crescita, partecipazione e inclusione dobbiamo dare risposte a livello di sistema territoriale, sostenendo le tematiche dell’educazione, dello sport e del sociale”.

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Già! La politica deve dare delle risposte, ma, leggendo tra le righe del decreto, il sentore è di ritrovarsi a commentare l’ennesima occasione sprecata per i giovani, dato anche l’investimento previsto per potenziare il mirabolante portale per i giovani Giovani2030.it , ovvero il sempre meno nuovo portale (nonché di scarso servizio pubblico alla luce dei contenuti pubblicati), lanciato dalla ministra Dadone per supportare l’inclusione dei giovani e aggregare le informazioni sui bandi nazionali per gli under35… navigare per credere!

Che dire, infine, della dotazione finanziaria destinata alle regioni? ‘Soldoni’, verrebbe da commentare, guardando ai 900mila euro per la regione Campania, al milione e 300 mila euro per la Lombardia e, ancora, ai circa 832mila euro per la Sicilia. Indubbiamente risorse inconsistenti per qualsiasi azione autorevole per i giovani, figuriamoci per sostenere azioni di sistema quali il contrasto al fenomeno dei Neet o per lo sviluppo di politiche giovanili di qualità.

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Insomma, il messaggio della ministra Fabiana Dadone non può che rappresentare l’ennesima uscita autoreferenziale dell’Esecutivo nazionale in materia di politiche giovanili nel nostro Paese, vista la pochezza di risorse destinate ai territori. Basta considerare che nel 2020 alla Sardegna – la regione italiana con il più alto tasso di abbandono scolastico e disoccupazione giovanile – andarono 258mila euro. Qualcuno le chiamerebbe risorse di sistema…

‘Spiccioli’ buoni a finanziare qualche happy ending promosso da qualche amministrazione locale e scarsamente impattanti per lo sviluppo delle competenze trasversali dei giovani italiani.

Un fondo che, anche per il 2021, produrrà poco e niente per lo sviluppo di politiche giovanili di qualità nel nostro Paese e che ben poco potrà fare per rafforzare le azioni di contrasto ai fenomeni di disagio giovanile. La storia non insegna granché alla nostra classe dirigente.

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