Gli italiani e il 2025: anno nuovo, stesso pessimismo.
I/le cittadini/e italiani/e sono poco ottimisti sulle prospettive del nostro Paese nel nuovo anno 2025. Due su tre hanno dichiarato di non credere ad un miglioramento della situazione complessiva dell’Italia. 4 su 10, ancora, prevedono una fase di recessione ed il 34% di stagnazione.
Negative anche le aspettative sul peggioramento dei tassi di violenza nella società, dei conflitti geopolitici e delle disuguaglianze sociali, previste dall’81% degli intervistati nel report FragilItalia “Uno sguardo al futuro”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos.
Nelle opinioni degli italiani, quindi, si leggono timori, incertezze e paure. Insomma, materiale fondamentale per l’orientamento dell’opinione pubblica italiana.
Nuovo anno, inoltre, che si annuncia sotto molti aspetti minaccioso, data l’assenza di politiche di lungo respiro. A distanza di 30 anni si parla di cuneo fiscale e riduzione di un paio di punti delle imposte sui redditi. Ma dove può andare l’Italia? Mancano, in sintesi, scelte coraggiose per porre il nostro Paese nelle condizioni di continuare a valorizzare le proprie risorse.
Più sicurezza, invece, è riposta sulla situazione familiare: 2 intervistati su 3 (il 63%) dichiarano di non essere preoccupati per la situazione economica della propria famiglia. Ciò, però non vale per il ceto popolare, dove il 76% degli appartenenti continua ad essere preoccupato per l’evoluzione della situazione economica della propria famiglia.
Completano i risultati della rilevazione le indicazioni relative agli aspetti più problematici. Al primo posto si collocano le guerre (42%), seguite dalla perdita di potere d’acquisto delle famiglie, dalla mancanza di prospettive per i giovani (la Sardegna si conferma leader in Italia in tal senso) e di stabilità nel lavoro (27%) e, infine, dall’individualismo (26%).