Giustizia e cooperazione nell’UE, adottate le nuove disposizioni per la digitalizzazione dei sistemi giudiziari nell’UE.
La Commissione europea ha adottato le nuove iniziative per digitalizzare i sistemi giudiziari nell’UE. Misure, spiegano dall’Esecutivo von der Leyen, finalizzate a rendere i canali di comunicazione digitale l’opzione predefinita nelle cause giudiziarie transfrontaliere.
Nel mercato interno dell’UE molte controversie che oppongono cittadini e imprese sono oggi di livello transfrontaliero, ambito dove anche la lotta alla criminalità richiede una sempre maggiore cooperazione fra Stati membri e i diversi sistemi giudiziari. Le autorità inquirenti e giudicanti dei diversi Stati membri devono avere sempre maggiori strumenti per cooperare e sostenersi reciprocamente nelle indagini e nel perseguimento dei reati e poter scambiare informazioni e elementi di prove in modo sicuro e rapido, come ricordato da Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza: “La criminalità non si ferma alla frontiera, né dovrebbe fermarvisi la giustizia. Le proposte odierne permetteranno alle autorità inquirenti e giudicanti di cooperare più rapidamente e con maggior efficacia. Dobbiamo sfruttare al meglio le tecnologie digitali per mettere a disposizione delle autorità giudiziarie, dei cittadini e delle imprese mezzi rapidi e sicuri di scambio di informazioni”.
Con le nuove iniziative si prevede di colmare le inefficienze che incidono sulla cooperazione giudiziaria transfrontaliera e rimuovere gli ostacoli all’accesso alla giustizia nelle cause transfrontaliere civili, commerciali e penali. Il regolamento, in particolare, consentirà alle parti di comunicare con le autorità competenti per via elettronica o di agire in giudizio contro una parte di un altro Stato membro; consentirà, ancora, di usare la videoconferenza nelle udienze in materia civile, commerciale e penale di dimensione transfrontaliera, il che comporterà procedimenti più rapidi e meno spostamenti fisici e offrirà alle autorità e ai giudici nazionali la possibilità di trasferire in modalità digitale istanze, atti e dati.
Nuovi provvedimenti che produrranno anche un notevole risparmio sui costi di stampa e sulle spese postali, stimati attualmente in circa 25 milioni di euro l’anno.
Norme che interverranno anche per facilitare lo scambio di informazioni tra Stati Ue in materia di terrorismo e criminalità transfrontaliera, adeguando gli strumenti di comunicazione all’interno dell’Unione.
Attualmente, infatti, gli Stati membri inviano a Eurojust le informazioni sui procedimenti giudiziari per casi di terrorismo attraverso vari canali, spesso non sicuri, ad esempio per posta elettronica o su CD-ROM. Il sistema d’informazione di Eurojust, obsoleto, non permette inoltre un’adeguata controverifica delle informazioni. Per questo il regolamento prevede l’apertura di nuovi canali di comunicazione tra Eurojust e gli Stati membri.
Ancora è previsto lo sviluppo di una piattaforma dedicata all’attività delle squadre investigative dei vari Paesi Ue (SIC). Si tratta di squadre costituite da due o più Stati per indagini penali specifiche. Sebbene il sistema abbia dimostrato di funzionare, nella pratica le squadre si scontrano oggi a diverse difficoltà tecniche, con eccessiva lentezza e onerosità degli scambi. Agevolando la condivisione di informazioni e elementi di prova e migliorando la sicurezza delle comunicazioni, una specifica piattaforma informatica consentirebbe alle SIC di gestire assieme le operazioni.
Le proposte della Commissione passeranno ora alla fase di negoziazione in sede di Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione europea.
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