Gioventù, Meritocrazia Italia: “Educazione e mini naja contro violenza giovanile”.
“I recenti fatti di cronaca riportano l’allarme sociale sulla piaga della violenza giovanile. I numeri allarmano. Si acuisce il fenomeno delle baby gang, aggravato dalle difficoltà anche economiche alle quali sono esposte le famiglie, dall’alto grado di dispersione scolastica e dall’inoccupazione lavorativa”. Lo ha ricordato il presidente di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello, rimarcando che contro la violenza giovanile servono “inclusione ed educazione alla solidarietà”.
Andrebbe anche introdotta anche una nuova sensibilità da parte delle amministrazioni centrali e periferiche verso la sinergia con le organizzazioni giovanili qualificate nei diversi territori del nostro Paese, così da implementare interventi ad alto impatto e a sostegno dell’inclusione giovanile. Aspetto, ad oggi, ancora non confermato, come ricordato a partire dall’autoreferenziale gestione del Fondo Nazionale per le politiche giovanili e fino ad arrivare, a cascata, con le azioni politiche di diverse regioni italiane, a partire da quella sarda, dove l’incapacità, unita alla mancanza di sensibilità, sul tema del disagio giovanile è più che conclamata.
“Proprio sull’onda emotiva provocata dai noti fatti di cronaca avvenuti a Caivano – prosegue l’esponente di Meritocrazia Italia – il governo Meloni ha varato il dl numero 123/2023 recante ‘misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale’, di recente convertito in legge. Se già in sede di decretazione d’urgenza erano sorte non poche perplessità sulla concreta efficacia dell’intervento normativo, i dubbi oggi non sembrano sopiti. La misura è per certo insufficiente. La vera sfida, alla quale non ci si può più sottrarre, è quella di cercare di sradicare la cultura delinquenziale attorno ai giovani, che garantisce complicità, omertà e sostegni”.
“Sono necessarie concrete azioni e interventi sinergici fra le diverse istituzioni, mirate allo sviluppo di percorsi di educazione alla legalità e alla partecipazione attiva nella società civile, dando importanza al ruolo delle scuole e delle famiglie, e sviluppando interventi mirati che possano fungere da antidoto alla devianza e all’illegalità, contribuendo a creare una generazione consapevole e impegnata”.
Dinamiche, come è stato dimostrato nel corso degli ultimi lustri, che non possono vedere alcun risultato di ampio respiro senza il primario coinvolgimento delle organizzazioni giovanili e la rimodulazione dell’approccio, ancora oggi troppo istituzionale e formale, in materia di politiche giovanili.
“È indispensabile intervenire su più livelli – ricorda il presidente di MI -. Educativo, preventivo e riabilitativo, prima che repressivo, ed è fondamentale promuovere una cultura del rispetto, della legalità e della convivenza civile tra i giovani, attraverso percorsi formativi nelle scuole, nelle famiglie e nelle comunità. È importante anche offrire ai giovani opportunità di crescita personale e professionale, valorizzando le loro potenzialità e i loro talenti”. Insomma, bisogna puntare alle attività extracurriculari, ad altri percorsi complementari per i giovani e alla mobilità internazionale. Erasmus+, di fatti, a dimostrato per troppo tempo tutta la sua scarsa accessibilità e mancanza di risorse, specialmente per i giovani provenienti dai territori più disagiati. E’ chi sostiene il contrario, nel nostro Paese, è in mala fede.
Interessante anche la propsota di una mini naja: “In questa ottica Meritocrazia Italia ha già mostrato la propria condivisione per la proposta di introdurre una mini naja, di poco più di un mese, su base volontaria e con la possibilità di ricevere crediti nello studio, o nei concorsi, per chi deciderà di seguire il percorso militare – prosegue il presidente di Meritocrazia Italia -. L’iniziativa potrebbe avere importanti ricadute sulla formazione dei giovani: si tratterebbe di offrire la possibilità di fare un’esperienza concreta a servizio del Paese, imparando a condividere e donando qualche ora del proprio tempo a servizio degli altri”.
foto Department of Defense www.defense.gov /Foto Senior Airman Karla Parra