Gioventù. I ministri Ue si incontrano in Spagna.
Dal 18 al 19 settembre i ministri della gioventù dei Paesi Ue si ritroveranno a Saragozza per discutere su come l’Europa può agire a favore dei giovani. Nell’attesa delle raccomandazioni del comitato ministeriale UE, per cominciare basterebbe mettere mano ai requisiti e agli obblighi in capo agli enti europei, nazionali e locali, e introdurre il principio della coprogrammazione degli interventi in materia di gioventù, aprendo (finalmente) ai giovani e alle organizzazioni giovanili indipendenti piuttosto di puntare ai “soliti” sodalizi per i giovani noti per il carrierismo dei suoi rappresentanti.
Ancora, si dovrebbe “aggiustare” il tiro in materia di universalità e accesso ai programmi Erasmus+ Giovani e Corpo Europeo di Solidarietà, la cui partecipazione è ancora un oggetto misterioso per tanti giovani (specialmente quelli con poche opportunità e residenti nei territori periferici e insulari, come ricorda anche l’esito dell’ultimo round dell’Agenzia Italiana per la Gioventù), senza contare i ricorrenti (e ben noti) problemi legati al funzionamento della piattaforma di presentazione delle candidature per il programma Erasmus+ .
Dalle parti della Commissione UE, ancora, si potrebbe fare pace con la propria coerenza e, a volte, provare a superare il limite della competenza nazionale in materia di interventi per la gioventù e provare ad avere più coraggio e, a volte, “bacchettare” i governi nazionali che per la partecipazione dei giovani fanno poco o nulla, affidandosi a politiche tokeniste e di scarso impatto, come garantito ogni anno, giusto per restare in Italia, dalle risorse del Fondo Nazionale per le politiche giovanili. Una dotazione, in altre parole, ad uso e consumo degli enti nazionali e territoriali per la realizzazione di iniziative calate dall’alto e senza alcun coinvolgimento ex-ante dei giovani.
Guardando all’agenda dell’incontro dei ministri Ue, si può già tirare le somme circa l’utilità del sodalizio. Il primo giorno, infatti, i ministri della Gioventù si concentreranno su “un approccio inclusivo e partecipativo ai giovani nell’UE”. Nella seconda giornata si continuerà con una sessione di lavoro sulle università e sugli studenti in situazioni vulnerabili. Durante la seconda sessione di lavoro, i ministri dell’Istruzione discuteranno su come l’istruzione può promuovere i valori comuni e la cittadinanza democratica nell’UE.
Dato il programma, non possono che venire i brividi circa le conclusioni che saranno messe nero su bianco tra 10 giorni e, ancora di più, sulla loro effettiva applicazione nei rispettivi contesti nazionali vista la marginalità del tema giovani per numerose nazioni UE.