Gioventù, Esc ed Erasmus+: Mînzatu e Micallef discutono del loro futuro.

Domani a Bruxelles, il vicepresidente esecutivo Roxana Mînzatu e il commissario Glen Micallef parteciperanno alla conferenza sul periodo di programmazione post-2027 di Erasmus+ e del Corpo europeo di solidarietà. Un evento che riunirà i principali attori del programma, ovvero le organizzazioni che implementano Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà, i rappresentanti dei settori dell’istruzione, della gioventù, dello sport e del volontariato, nonché i partner istituzionali a livello locale, nazionale ed europeo.

Un momento chiave, dunque, per riflettere (si spera in modo critico e non autocelebrativo) sugli orientamenti futuri di queste iniziative oltre il 2027, in un contesto in cui dovranno adattarsi alle nuove sfide e opportunità nell’istruzione e nella solidarietà in Europa. Sicuramente la Commissione europea potrebbe trarre beneficio dalle critiche mosse verso l’implementazione dei programmi dalla Commissione CULT del Parlamento europeo.

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“Adattare le norme dell’UE alle realtà concrete è una priorità per la Commissione – si legge nella nota dell’Esecutivo von der Leyen -. Un dialogo regolare con le parti interessate, come quello che avrà luogo domani, è essenziale per semplificare l’applicazione delle norme europee e garantire che le nostre azioni producano benefici concreti in tutti i settori”. Eppure, stando ai fatti, tale azione non si è vista negli ultimi 6 anni restando nel perimetro dei due programmi. Di fatto sempre meno accessibili e alle prese con la solita discrezionalità ed eterogeneità di approccio – pur in presenza di una guida comune europea – espressa dalle agenzie nazionali per la gioventù responsabili della gestione dei programmi nei vari Paesi aderenti.

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