“Gioventù e memoria in Europa”: incoraggiare il pensiero critico.
E’ stato presentato il nuovo libro “Gioventù e memoria in Europa: definire il passato, plasmare il futuro” di Félix Krawatzek e Nina Friess. Un volume dedicato alla memoria, al pensiero critico e alla gioventù, indagando come “il passato possa essere (ri)costruito attraverso diversi meccanismi culturali”, spiegano gli autori.
Il libro, incluso nella serie “Media e memoria culturale” del Consiglio d’Europa, esplora il modo in cui i giovani si relazionano con le memorie storiche nazionali. Un percorso critico verso l’istruzione formale (con le sue pecche e morbosità per il nozionismo) e le produzioni culturali.
Un prodotto editoriale votato a sostenere il pensiero critico dei giovani europei, piuttosto che reiterare l’approvazione acritica di narrazioni storiche statiche al servizio di scopi patriottici e partitici, indicando l’educazione alla cittadinanza quale chiave per la trasmissione e comprensione dei fatti storici.
Nell’opera, ancora, gli autori esplorano i legami tra le manifestazioni culturali della storia rivolte ai giovani e le memorie storiche che i giovani esprimono in Europa, con un focus particolare sulle narrazioni storiche verso la Russia e la Bielorussia, l’educazione delle donne in Turchia, il Franchismo in Spagna e la diaspora Yugoslava.
Infine, il libro tratta delle memorie dell’Olocausto in Francia e nella Federazione Russa. Gli autori affrontano l’ambivalenza della memoria cosmopolita e della realtà locale . Attraverso pratiche di commemorazione , Solveig Hennebert e Isabel Sawkins mostrano come la memoria cosmopolita universale dell’Olocausto venga reinterpretata e riappropriata per scopi nazionali e locali. Isabel Sawkins esamina il potenziale delle attività extrascolastiche per integrare i modi limitati in cui l’istruzione formale si occupa della memoria e del passato. Infine, Solveig Hennebert analizza il modo in cui i giovani ebrei in Francia si impegnano nelle pratiche commemorative dell’Olocausto.
Nel complesso, il libro considera i giovani come i principali conduttori della trasmissione della memoria . Soprattutto al giorno d’oggi, “la transizione dall’infanzia all’età adulta è diventata in tutto il mondo più stratificata “, con una molteplicità di identità che entrano in questo processo.